Telegram scuote l’IA: Pavel Durov presenta Cocoon, la rete che vuole restituire il potere agli utenti

Nel corso del Blockchain Life 2025 di Dubai, Pavel Durov ha lanciato una vera bomba tecnologica: Cocoon, una rete decentralizzata progettata per ribaltare l’attuale equilibrio dell’intelligenza artificiale. Un progetto che, nelle ambizioni di Telegram, potrebbe cambiare per sempre chi controlla l’IA e in che modo la utilizziamo.
Cocoon — il cui nome completo è Confidential Compute Open Network — nasce con un obiettivo preciso: spostare il potere dai colossi del cloud agli utenti, garantendo privacy, convenienza e totale controllo dei propri dati.
Basato sulla blockchain TON (The Open Network), Cocoon funziona come un mercato decentralizzato di potenza computazionale per l’IA. Un modello semplice nella teoria ma rivoluzionario nei fatti: un ecosistema a tre attori che mette in comunicazione diretta domanda e offerta, senza intermediari e senza sorveglianza centralizzata.
Un modello semplice, ma potente: Cliente, Proxy, Lavoratore
Il primo elemento è il Cliente: l’utente o lo sviluppatore che ha bisogno di elaborazione IA. Potrebbe voler riassumere un documento, generare un testo, automatizzare un messaggio dentro Telegram. Per farlo, paga il servizio in criptovaluta.
Entra poi in gioco il Proxy, una sorta di “regista” invisibile che riceve la richiesta del cliente e seleziona in tempo reale il Lavoratore più adatto: la persona o l’entità che mette a disposizione il proprio hardware GPU.
Il Lavoratore, infatti, è il cuore pulsante della rete: chiunque può affittare la propria GPU per elaborare richieste IA e guadagnare Toncoin (TON), la valuta di TON.
Il risultato è un’economia peer-to-peer del calcolo IA. Niente AWS, niente Microsoft Azure, niente server centralizzati con margini gonfiati: solo utenti, hardware reale e una rete che decide i prezzi in base alla domanda.
La promessa più grande? Privacy totale. L’elaborazione IA avviene in ambienti riservati dove i dati sensibili non vengono esposti, raccolti o profilati da terze parti. Una risposta diretta alla crescente preoccupazione per la sorveglianza digitale.
Durov presenta Cocoon: “L’IA deve appartenere alle persone”
Sul palco di Dubai, Durov non si è limitato a presentare un nuovo prodotto. Ha fatto un discorso quasi politico. Ha parlato di una crisi globale della libertà digitale, di un mondo in cui i dati privati finiscono costantemente nelle mani di aziende e governi, e della necessità urgente di ribaltare il paradigma.
Telegram oggi supera un miliardo di utenti mensili, e ha dimostrato di saper innovare con gli oggetti digitali da collezione e le mini-app. Ma quando l’azienda ha valutato l’integrazione di funzioni IA per riassumere documenti e messaggi, gli utenti sono insorti: “Non vogliamo che i nostri dati vadano a finire nelle mani di provider IA centralizzati.”
Durov li ha ascoltati.
Cocoon nasce da quel malcontento.
Una rete dove l’IA non è controllata da industrie miliardarie, ma dalle stesse persone che la usano.
La rete sarà governata da libero mercato: i prezzi della potenza computazionale oscilleranno in tempo reale in base alla domanda. Il risultato? Costi ottimizzati sia per gli sviluppatori sia per gli utenti finali.
Telegram sarà il primo grande cliente di Cocoon e integrerà la rete per attivare nuove funzioni IA incentrate sulla privacy. Tutto questo si inserisce nel piano più ampio di far crescere TON come infrastruttura decentralizzata per pagamenti, oggetti digitali e sviluppo di app.

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L’annuncio non ha lasciato indifferente il settore.
Max Crown, CEO della TON Foundation, ha definito Cocoon “una convergenza senza precedenti tra social network, IA e decentralizzazione”. Secondo lui, la rete potrebbe ridefinire come miliardi di persone interagiscono con l’intelligenza artificiale, spostando il controllo dalle piattaforme agli utenti.
Cocoon entra in un territorio già esplorato da progetti come Akash Network e Render Network, ma parte con un vantaggio enorme: l’accesso immediato al pubblico globale di Telegram.
Se anche solo una frazione degli utenti adottasse Cocoon, la rete potrebbe diventare rapidamente una delle più grandi economie decentralizzate di calcolo IA.
Ma non mancano le sfide:
- garantire prestazioni costanti su una rete distribuita
- mantenere elevata l’affidabilità
- scalare senza sacrificare la privacy
Sono ostacoli seri, ma superabili con la crescita dell’ecosistema.
Una presa di posizione sulla libertà digitale
Più che un annuncio tecnico, quello di Durov è sembrato un manifesto. Ha avvertito che le libertà digitali si stanno restringendo, e non solo nei regimi autoritari. Anche nei paesi democratici, la raccolta massiva dei dati e il controllo centralizzato dell’infrastruttura stanno diventando la norma.
Ha invitato il pubblico a distogliere lo sguardo dalle battaglie ideologiche divisive e a concentrarsi su ciò che conta davvero: la difesa della privacy e della libertà di espressione.
Cocoon, in questa visione, è un atto di resistenza.
Uno strumento di emancipazione digitale che restituisce agli utenti il dominio sui propri dati e sui propri strumenti di calcolo.
Con il lancio avvenuto lo scorso novembre e le candidature ora aperte per chi vuole offrire GPU o sviluppare sulla rete, resta da vedere se Cocoon riuscirà a mantenere le sue promesse.
Una cosa però è certa: il futuro dell’IA non sarà più lo stesso.
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