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Tesla FSD sotto accusa: l’auto va in contromano e si schianta durante una diretta

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Doveva essere una dimostrazione tecnologica, si è trasformata in un incidente in diretta davanti a migliaia di spettatori. Ancora una volta il sistema di guida autonoma di Tesla finisce al centro delle cronache, e ancora una volta non per i motivi che l’azienda avrebbe sperato.

In Cina, il conducente di una Model 3 stava trasmettendo una live per mostrare le capacità del Full Self-Driving (FSD), il sistema avanzato di assistenza alla guida di Tesla. L’obiettivo era dimostrare quanto l’auto fosse in grado di gestire il traffico in autonomia. Ma qualcosa è andato storto. Molto storto.

Durante la trasmissione, la vettura ha improvvisamente invaduto la corsia opposta, andando a scontrarsi frontalmente con un altro veicolo. Le immagini, circolate rapidamente online, mostrano chiaramente che il sistema FSD era attivo nel momento dell’impatto e che ha avviato una manovra rivelatasi estremamente pericolosa. Solo per un colpo di fortuna, l’incidente non ha provocato feriti gravi.

Quando la fiducia nell’IA supera la realtà

L’episodio riaccende un dibattito mai davvero sopito: quanto è sicuro affidarsi ai sistemi di guida “autonoma” di Tesla? Nonostante il nome altisonante, il Full Self-Driving non rende l’auto completamente autonoma. Né in Cina né negli Stati Uniti. Dal punto di vista normativo, il sistema rientra nella seconda classe di assistenza alla guida, il che significa una cosa molto semplice: il conducente deve restare sempre vigile e pronto a intervenire.

Eppure, il marketing e la narrazione che circondano FSD spesso spingono molti utenti a credere il contrario. L’incidente in diretta è la dimostrazione plastica di quanto un’eccessiva fiducia nell’automazione possa trasformarsi in un rischio reale, soprattutto quando l’attenzione umana viene abbassata.

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Un nome che crea aspettative pericolose

Il problema non è solo tecnico, ma anche comunicativo. “Full Self-Driving” suggerisce implicitamente un livello di autonomia che, nei fatti, non esiste ancora. Lo stesso sistema richiede input costanti, supervisione continua e la disponibilità immediata del guidatore a prendere il controllo.

Negli ultimi tempi, inoltre, Elon Musk ha più volte rilanciato promesse ambiziose sul futuro della guida autonoma, arrivando a parlare di interazioni sempre più avanzate tra conducente e veicolo. Dichiarazioni che alimentano aspettative elevate, ma che si scontrano con una realtà fatta di limiti software, interpretazioni errate dell’ambiente e situazioni impreviste.

Una lezione che si ripete

Questo incidente, per fortuna senza conseguenze gravi, non è un caso isolato. È l’ennesimo campanello d’allarme su un punto chiave: l’automazione non è sinonimo di infallibilità. Finché i sistemi di guida resteranno a livello di assistenza avanzata, la responsabilità finale ricadrà sempre sull’essere umano.

La tecnologia può aiutare, ma non sostituire completamente il giudizio umano. E ogni incidente “dimostrativo” come questo rende più evidente quanto il confine tra innovazione e azzardo sia ancora sottile. Molto più sottile di quanto il marketing voglia far credere.

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