News

Trump dichiara guerra ai film girati all’estero: dazi del 100% per “salvare” Hollywood

Condividi l'articolo

Per rilanciare l’industria cinematografica americana, Donald Trump ha annunciato un piano drastico: dazi doganali del 100% su tutti i film girati fuori dagli Stati Uniti. Secondo l’ex presidente, Hollywood è “in fin di vita” e minacciata da governi stranieri che offrono incentivi fiscali per attirare le produzioni oltreoceano. Il principale bersaglio? Il Regno Unito, ma anche altri Paesi europei e asiatici.

Nel suo post su Truth Social, Trump è stato chiaro: “VOGLIAMO I FILM GIRATI IN AMERICA, DI NUOVO!”
Una dichiarazione che ha scosso il mondo del cinema, tra chi si aspettava una stretta sui contenuti digitali e chi è rimasto spiazzato da una misura così estrema. Il piano prevede che il Dipartimento del Commercio e il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti gestiscano l’applicazione di questi nuovi dazi.

Secondo Trump, non si tratta solo di economia, ma di sicurezza nazionale e persino propaganda:
“Alcuni Paesi stanno sabotando Hollywood con incentivi fiscali: è una minaccia strategica per l’America”, ha scritto.

Nel frattempo, la Motion Picture Association non ha ancora rilasciato un commento ufficiale. Ma a farsi sentire è stato l’Information Technology and Innovation Foundation (ITIF), un think tank di Washington molto vicino agli interessi dell’industria creativa.

Secondo l’ITIF, i dazi potrebbero trasformarsi in un boomerang, danneggiando le esportazioni americane di servizi digitali, tra cui cinema, serie TV e contenuti in streaming.
“Estendere la guerra commerciale ai servizi è pericoloso. La creatività americana è uno dei nostri punti di forza, non qualcosa da sacrificare con misure punitive”, ha dichiarato Rodrigo Balbontin, direttore dell’area commercio e copyright del think tank.

Leggi anche:

In alternativa, l’ITIF propone una strategia diversa: invece dei dazi, rafforzare la protezione del diritto d’autore. Come? Bloccando l’accesso ai siti pirata stranieri che distribuiscono illegalmente contenuti americani.
Una soluzione già adottata da oltre 50 Paesi e che, secondo il think tank, riduce la pirateria e sostiene i contenuti legali.

Ma c’è un altro punto che divide. Trump accusa gli incentivi fiscali esteri di minare l’industria americana. Tuttavia, per molti produttori, questi incentivi sono fondamentali per far quadrare i conti. Nel Regno Unito, ad esempio, le agevolazioni fiscali hanno attratto miliardi di investimenti. E dal 2025, le nuove misure prevedono rimborsi fino al 53% per i film con budget medio-basso.

Ecco alcuni esempi di incentivi offerti in altri Paesi:

  • Irlanda: credito d’imposta del 40% per i film indipendenti
  • Portogallo: rimborso del 30% per produzioni sopra i 2,5 milioni
  • Spagna: rimborsi fino al 70% in alcune regioni
  • Arabia Saudita e India: rimborso del 40%
  • Giappone: rimborso fino al 50% dei costi qualificati

Anche con una stretta sulla pirateria, questi pacchetti restano estremamente competitivi. Per questo, bloccare i siti non basta a fermare la delocalizzazione delle produzioni.

Alla fine, il vero nodo resta uno: come incentivare le produzioni a restare negli Stati Uniti senza colpire il mercato globale? Trump punta sui dazi, l’industria suggerisce la protezione del copyright. Ma nel frattempo, registi e investitori aspettano di capire quale sarà davvero il futuro del cinema americano.

Fonte

Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:

Esprimi il tuo parere!

Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.

Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo [email protected].


Scopri di più da GuruHiTech

Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.

0 0 votes
Article Rating
Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Newest
Oldest Most Voted
Inline Feedbacks
View all comments