Un chip come il cervello umano: ecco il futuro dell’intelligenza artificiale

Un team di ricercatori dell’Università RMIT in Australia ha sviluppato un dispositivo rivoluzionario: una sorta di neuronio artificiale in grado di vedere, pensare e reagire in tempo reale, proprio come un cervello umano. Un passo avanti che potrebbe trasformare per sempre robotica, auto autonome e dispositivi intelligenti.
Il segreto di questa tecnologia è racchiuso in un materiale sottile come un atomo: il disolfuro di molibdeno (MoS₂). Questo speciale composto è in grado di rispondere alla luce e resettarsi immediatamente, simulando in tutto e per tutto il comportamento dei nostri neuroni. In altre parole, può rilevare un movimento, elaborarlo come un pensiero e memorizzarlo, il tutto senza l’aiuto di computer esterni.
Il cervello in un chip
Alla base del sistema c’è un modello neurale ispirato al funzionamento biologico, chiamato “leaky integrate-and-fire” (LIF). Funziona così: il dispositivo accumula segnali elettrici, poi – quando si raggiunge una soglia – spara un impulso e si resetta, proprio come fa un neurone umano. Questo ciclo, ripetuto migliaia di volte al secondo, permette al dispositivo di analizzare l’ambiente circostante con una precisione mai vista prima.
Ma la vera forza di questo “mini-cervello” è la sua intelligenza visiva integrata. I ricercatori hanno costruito una rete neurale capace di riconoscere immagini statiche con il 75% di accuratezza dopo appena 15 cicli di addestramento. E sui video dinamici ha raggiunto l’80% in soli 60 cicli. Non elabora ogni singolo fotogramma, ma intercetta solo i bordi in movimento, risparmiando energia e migliorando la velocità di risposta.

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Occhio e cervello fusi in un solo chip
Secondo il professor Sumeet Walia, responsabile del progetto, questo dispositivo “unisce l’occhio e il cervello in un’unica architettura. Riusciamo a simulare l’intelligenza visiva in modo ultra-efficiente, veloce e a basso consumo”. Il chip lavora senza connessioni cloud, garantendo reattività istantanea e maggiore privacy.
Il team ha anche superato uno dei limiti dei progetti precedenti: ora il sistema funziona con la luce visibile, non più solo con ultravioletti. Questo apre le porte a nuove applicazioni, dai robot umanoidi capaci di “vedere e ragionare”, fino a veicoli autonomi in grado di adattarsi in tempo reale al traffico e all’ambiente.
Il futuro dell’intelligenza artificiale è sottile come un capello
Il prossimo obiettivo? Ingrandire il sistema: costruire matrici di sensori più complesse e potenti, per avvicinarsi sempre di più al comportamento del cervello umano. In parallelo, si lavora per renderlo compatibile con le tecnologie digitali attuali e spingerlo verso un’efficienza energetica ancora maggiore.
Se il progetto andrà a buon fine, potremmo presto avere dispositivi in grado di apprendere, adattarsi e agire in autonomia, con applicazioni enormi in campi come l’assistenza personale, la sicurezza, la robotica domestica e il monitoraggio ambientale.
Lo studio completo è stato pubblicato sulla rivista Advanced Materials Technologies, ma una cosa è già chiara: il cervello artificiale non è più fantascienza. È già realtà in laboratorio.
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