Un raggio laser da record accende il futuro dell’energia senza fili

Negli Stati Uniti è stato compiuto un passo che, fino a qualche anno fa, avremmo associato più alla fantascienza che alla realtà. Un raggio laser è riuscito a trasmettere oltre 800 watt di potenza elettrica su una distanza superiore agli 8 chilometri, senza cavi, senza fili, solo attraverso la luce. E in appena 30 secondi, il test ha infranto un doppio record: quello per la potenza e quello per la distanza nella trasmissione di energia via laser.
Dietro l’impresa c’è la DARPA, l’agenzia americana per i progetti avanzati della Difesa. Non è certo la prima volta che si parla di laser per usi militari o strategici, ma stavolta l’obiettivo era chiaro: dimostrare che la trasmissione diretta di energia, anche a lunga distanza, è possibile qui e ora.
Il sistema era sorprendentemente semplice, almeno nella teoria. Un laser a infrarossi sparato da una sorgente a terra, la cui radiazione veniva raccolta da uno specchio conico, concentrata su un gruppo di celle solari commerciali e trasformata nuovamente in energia elettrica. Nessuna tecnologia esotica, nessun materiale raro. Eppure, il risultato è stato impressionante.
Certo, l’efficienza non era il punto forte: solo il 20% dell’energia trasportata è stata effettivamente convertita. Ma come hanno sottolineato i ricercatori, lo scopo non era quello di raggiungere la perfezione, bensì dimostrare che si può fare, e farlo in tempi rapidi. L’intero progetto, dalla pianificazione al test, è stato realizzato in soli tre mesi.

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Il motivo per cui si punta sul laser è chiaro: compattezza e precisione. A differenza delle onde radio o delle microonde, che richiedono antenne gigantesche e sono soggette a pesanti dispersioni, un raggio laser può essere focalizzato con estrema precisione su un ricevitore distante, anche a chilometri di distanza. Non è perfetto, certo. Nebbia, nuvole e umidità possono interferire. Ma per ambienti controllati — o dallo spazio — è difficile trovare un’alternativa migliore.
Ed è proprio questo lo scenario che si intravede all’orizzonte: la possibilità di trasmettere energia solare raccolta nello spazio direttamente sulla Terra, bypassando limiti atmosferici, reti elettriche e infrastrutture terrestri. Progetti di questo tipo sono già in fase di studio anche da parte della NASA e di agenzie spaziali internazionali.
L’energia dallo spazio non è più un sogno lontano
Ma non è solo questione di tecnologia. È anche una questione strategica, geopolitica. Poter inviare energia a lunga distanza in modo sicuro, istantaneo e preciso significa trasformare radicalmente il modo in cui produciamo, distribuiamo e usiamo l’elettricità. Potrebbe significare alimentare basi militari isolate, salvare vite dopo disastri naturali o — in un futuro più audace — eliminare i cavi e le centrali come li conosciamo oggi.
Per ora, siamo ancora nella fase sperimentale. Ma quei 800 watt sparati nel cielo non sono solo un test tecnico. Sono un segnale molto chiaro di dove ci stiamo dirigendo. Un mondo in cui l’energia potrà viaggiare come un fascio di luce, silenziosa, invisibile e potenzialmente illimitata.
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