USA 2024: Google e Facebook potrebbero essere indagate in Texas

Una recente audizione della Commissione Senatoriale per gli Affari di Stato del Texas sull’manipolazione elettorale ha convinto i membri della commissione congressuale a votare all’unanimità per autorizzare l’emissione di subpoena per indagare su Google e Facebook in vista delle elezioni del 2024.

Il testimone e whistleblower di Google Zach Vorhies, insieme al whistleblower di Facebook Ryan Hartwig, all’autore e ex caporedattore di Psychology Today Dr. Robert Epstein, alla Heritage Foundation e al vicepresidente della MRC Dan Schneider, hanno portato prove convincenti che hanno portato a questo importante passo avanti per ripulire le elezioni americane.

“Oggi la Commissione Senatoriale per gli Affari di Stato ha votato all’unanimità per autorizzare i subpoena alle aziende di big tech come Facebook e Google”, ha twittato il senatore Bryan Hughes (R-Tex.). “Ci sono forti prove che il big tech imponga i propri pregiudizi per manipolare e reprimere voci di dissenso, minando l’integrità elettorale. Il Texas non lo permetterà.”

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La mozione per autorizzare i subpoena afferma che il voto unanime è in linea con la Regola 11.20 del Senato, che consente l’emissione di uno o più subpoena alle seguenti società:

• Alphabet Inc. (la società madre di Google)
• Meta Platforms, Inc. (la società madre di Facebook e Instagram)
• TikTok Pte. Ltd.
• X Corp.

Questo sviluppo sull’integrità elettorale merita attenzione perché il futuro dell’America potrebbe dipenderne. Tuttavia, la notizia è stata ampiamente ignorata dai media, concentrati sulla vicenda del “pagamento silenzioso” che riguarda il Presidente Trump.

Gli utenti sui social hanno sottolineato l’importanza di questa mozione, definendola una “lotta per la libertà” contro le società tech in grado di “manipolare, influenzare e in ultima analisi, indottrinare”.

Questa notizia arriva dopo che in autunno avevamo avvertito i nostri lettori che Google stava già manipolando le elezioni del 2024 rendendo invisibili determinati candidati, come Robert F. Kennedy Jr., nei risultati di ricerca.

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