Vivere per sempre? Il direttore di Google prevede la fine dell’invecchiamento già nel 2029

Ray Kurzweil non è un visionario qualsiasi. È il direttore dell’ingegneria di Google, un pioniere dell’intelligenza artificiale, e colui che ha previsto Internet ovunque, il dominio degli smartphone e persino gli assistenti vocali quando erano ancora fantascienza. Ora, Kurzweil ha alzato ulteriormente l’asticella: entro il 2029, la scienza potrebbe iniziare a rallentare – o persino fermare – l’invecchiamento umano.
Secondo lui, la chiave è vicina: una combinazione di biotecnologie avanzate, nanorobot e intelligenza artificiale che porterà l’umanità a ciò che definisce “velocità di fuga della longevità”. Un punto di svolta in cui, per ogni anno che passa, la medicina sarà in grado di aggiungerne più di uno alla nostra aspettativa di vita. In altre parole: smetteremo di invecchiare dal punto di vista biologico.
L’inizio della rivoluzione: nanobot nel corpo umano
Kurzweil immagina un futuro in cui minuscoli nanobot intelligenti pattuglieranno costantemente il nostro organismo, monitorando, riparando e ottimizzando cellule e tessuti in tempo reale. Non fantascienza, ma una direzione concreta verso cui la ricerca sta accelerando.
A rafforzare la sua tesi, l’esempio del vaccino Moderna: progettato in soli due giorni, distribuito in meno di un anno. Secondo lui, è il segnale che l’innovazione medica si sta muovendo a una velocità senza precedenti, e l’IA sarà l’arma decisiva per progettare terapie in grado di invertire il deterioramento cellulare.
2029: l’anno zero per la longevità (e per l’IA)
Ma non è tutto. Kurzweil sostiene anche che entro il 2029 l’intelligenza artificiale raggiungerà un livello cognitivo pari a quello umano. E da lì in poi, l’evoluzione sarà ancora più rapida: entro il 2045, l’IA supererà l’intelligenza umana, fondendosi progressivamente con noi stessi.
La sua visione è chiara: grazie a nanobot collegati al nostro cervello, saremo in grado di amplificare la nostra intelligenza, creatività e memoria in modi che oggi possiamo solo intuire. Parla di una nuova era della coscienza, in cui la tecnologia non sarà più solo uno strumento, ma una parte integrante dell’essere umano.

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Addio limiti biologici?
Le proiezioni di Kurzweil sono da brivido: corpi che non invecchiano, capacità cognitive potenziate, possibilità di cambiare aspetto a piacimento e comunicare in qualunque lingua. Secondo lui, le barriere biologiche che oggi ci definiscono saranno abbattute. E non è solo teoria: ha ammesso pubblicamente di aver valutato la crioconservazione come ultima risorsa, nel caso in cui la scienza non raggiungesse in tempo quella soglia salvifica.
Utopia o rivoluzione in arrivo?
Naturalmente, non mancano dubbi e domande. È davvero possibile sconfiggere l’invecchiamento? Quali saranno le conseguenze etiche, sociali, economiche di un mondo dove la morte biologica diventa opzionale?
Ciò che è certo è che, come molte altre sue previsioni passate, anche questa potrebbe non essere così distante dalla realtà. E se il progresso continuerà con questa logica esponenziale, la prossima grande conquista dell’umanità potrebbe non essere Marte, ma il tempo stesso.
Una rivoluzione silenziosa, ma potenzialmente più radicale di ogni altra nella storia.
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