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WhatsApp cambia volto: arrivano pubblicità e abbonamenti a pagamento

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Grandi cambiamenti all’orizzonte per gli utenti di WhatsApp: l’app di messaggistica più popolare al mondo sta per introdurre annunci pubblicitari e contenuti a pagamento direttamente nella sua versione mobile. Una mossa che potrebbe trasformare radicalmente l’esperienza d’uso quotidiana dell’app, aprendo nuovi scenari per utenti e creatori di contenuti.

Gli annunci pubblicitari non saranno invasivi nelle chat, ma compariranno all’interno della sezione “Stato”, ovvero l’equivalente delle Storie di Instagram. Secondo quanto dichiarato dal team di sviluppo, la selezione degli annunci sarà mirata, basata su dati come:

  • Paese e città dell’utente
  • Lingua impostata
  • Tipologia di annunci visualizzati in passato
  • Canali seguiti su WhatsApp

Una strategia mirata che strizza l’occhio agli inserzionisti, mantenendo però una certa coerenza con l’esperienza utente già nota.

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Ma le novità non si fermano alla pubblicità. WhatsApp sta per potenziare i suoi Canali, consentendo agli amministratori di:

  • Promuoverli direttamente sulla piattaforma
  • Offrire contenuti a pagamento, in stile abbonamento

I contenuti potranno quindi essere divisi tra materiale gratuito e materiale premium, accessibile solo con un pagamento gestito tramite l’interfaccia dell’app store (Google Play o Apple Store).

Secondo Alice Newton Rex, vicepresidente dei prodotti WhatsApp, inizialmente i creatori riceveranno il 100% dei ricavi, ma successivamente WhatsApp tratterrà una commissione del 10%.

Con oltre 1,5 miliardi di utenti attivi ogni giorno nella sezione “Stato” e nei Canali, WhatsApp ha deciso di monetizzare in grande stile. Le novità verranno rilasciate gradualmente in tutto il mondo nei prossimi mesi, segnando una svolta storica per un’app che finora ha resistito all’invasione degli annunci pubblicitari.

Cosa aspettarsi

Il nuovo modello promette di trasformare WhatsApp in una vera piattaforma di contenuti, ponendola in diretta concorrenza con Telegram, YouTube e persino Patreon per quanto riguarda gli abbonamenti ai creator.

Se da un lato la possibilità di monetizzare può rappresentare un’occasione d’oro per chi crea contenuti, dall’altro gli utenti dovranno fare i conti con un’esperienza più “commerciale” e – per alcuni – forse meno libera.

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