WhatsApp testa l’IA per le chat: riepiloghi smart senza violare la privacy

WhatsApp entra nell’era dell’intelligenza artificiale, ma lo fa con un’arma in più: la privacy degli utenti al centro. Nella versione beta per Android 2.25.15.2, l’app di messaggistica più usata al mondo sta testando una nuova funzione che permette di generare riepiloghi automatici dei messaggi ricevuti in chat, gruppi e canali — senza mai violare la riservatezza delle conversazioni.
Il segreto? Una tecnologia chiamata Private Processing, un’infrastruttura avanzata sviluppata per processare i dati localmente, in modo sicuro e crittografato, senza inviarli a server esterni o permettere a WhatsApp, Meta o altri soggetti terzi di accedervi.
Riepiloghi automatici, sì. Spionaggio, no.
L’obiettivo è chiaro: offrire strumenti intelligenti senza trasformare WhatsApp in una black box. La nuova funzione permette agli utenti di generare riepiloghi di ciò che si sono persi — magari in un gruppo pieno di notifiche — senza che il contenuto dei messaggi venga “letto” da altri.
Nelle ultime versioni beta (2.25.17.8), WhatsApp ha fatto un passo in più, permettendo agli utenti di richiedere veri e propri report tecnici. In pratica: ogni volta che l’intelligenza artificiale viene attivata per un riepilogo, si può sapere cosa è successo dietro le quinte.

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Cosa contiene il report?
Ogni report descrive nel dettaglio:
- Quando è stata fatta la richiesta
- Come è stata attivata una sessione sicura
- Quali protocolli di cifratura sono stati applicati
- Quali dati sono stati elaborati (sempre senza uscire dal dispositivo)
- Come è stato generato il risultato finale
Per esempio, se un utente chiede un riepilogo dei messaggi non letti in un gruppo, riceverà una sintesi… e potrà anche verificare tecnicamente che l’operazione sia stata sicura e privata. Una trasparenza totale, pensata per guadagnare fiducia in tempi in cui l’uso dell’AI solleva più domande che risposte.
Perché questa novità conta davvero
Questa nuova funzione non è obbligatoria: sarà del tutto opzionale. Ma per chi è attento a come i propri dati vengono usati, rappresenta un segnale forte da parte di WhatsApp. L’app vuole garantire che l’equilibrio tra intelligenza artificiale e privacy venga mantenuto. Nessun algoritmo sarà più una scatola chiusa.
Con l’introduzione di modelli AI generativi su larga scala (non solo in WhatsApp, ma anche su Gmail, Meet, e altre app), le piattaforme devono dimostrare che l’automazione non è sinonimo di sorveglianza. Il progetto Private Processing nasce proprio per questo: elaborare dati sensibili in locale, in modo sicuro, e con totale tracciabilità.
Quando sarà disponibile?
La funzione è ancora in fase beta e non ha ancora una data di rilascio ufficiale, ma tutto fa pensare che sarà integrata nelle prossime versioni pubbliche. Nel frattempo, chi è curioso può seguire tutti gli aggiornamenti su WABetaInfo, che monitora costantemente le novità in arrivo per Android, iOS, web e desktop.
In un mondo in cui l’IA è ovunque, WhatsApp vuole dimostrare che innovare non significa per forza invadere. E questa volta, sembra aver trovato il giusto equilibrio.
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