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XRING O1: il super chip Xiaomi sfida lo Snapdragon 8 Elite?

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Xiaomi alza la posta nel mondo dei processori mobile. Con il nuovo XRING O1, l’azienda cinese promette prestazioni da record e un’ottimizzazione mai vista prima nei dispositivi del proprio ecosistema HyperOS. Ma può davvero competere con i mostri sacri come lo Snapdragon 8 Gen 3 o addirittura con l’8 Elite?

Prestazioni da urlo (almeno sulla carta)

Secondo Xiaomi, l’XRING O1 ha superato i 3 milioni di punti su AnTuTu, un traguardo mai raggiunto da nessun altro chip mobile. Il SoC è costruito con processo produttivo TSMC a 3nm (N3E), lo stesso usato da Apple e Qualcomm. Un cristallo da 114 mm² ospita ben 19 miliardi di transistor e una CPU a 10 core così strutturata:

  • 2x Cortex-X925 super performanti (3.9 GHz)
  • 4x Cortex-A725 ad alte prestazioni (3.4 GHz)
  • 2x Cortex-A725 efficienti (1.9 GHz)
  • 2x Cortex-A520 a bassissimo consumo (1.8 GHz)

La GPU è un’Immortalis-G925 MP16 a 16 core, con supporto ray tracing, mentre il NPU a 6 core gestisce l’intelligenza artificiale. C’è compatibilità con LPDDR5T, UFS 4.1, Wi-Fi 7 e USB 3.2 Gen 2.

Ma è davvero un campione?

Nonostante le promesse, i benchmark reali raccontano una storia diversa. I primi test pubblicati su Geekbench 6 mostrano punteggi multi-core tra 7400 e 9300, in linea con lo Snapdragon 8 Gen 3 e l’8 Elite, ma non superiori. Anche il famoso risultato da 3 milioni su AnTuTu non è stato replicato: i dati effettivi parlano di circa 2,6 milioni di punti, meno del top di gamma Qualcomm.

Le variazioni nei risultati potrebbero dipendere da diverse versioni prototipali testate, oppure da condizioni controllate (come raffreddamento attivo o disabilitazione delle protezioni termiche).

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Perché Xiaomi ha creato un chip proprietario?

Non è la prima volta che Xiaomi prova a realizzare un SoC: nel 2017 ci aveva provato con il Surge S1, senza troppo successo. Ma oggi la situazione è diversa: con HyperOS e un ecosistema in espansione (dagli smartphone alle auto elettriche), avere un processore proprietario significa controllo totale su prestazioni, aggiornamenti, sicurezza e integrazione.

Un chip interno permette di:

  • Ottimizzare in profondità tutto il sistema
  • Migliorare l’interconnessione tra dispositivi
  • Ridurre la dipendenza da fornitori esterni

Qualcomm resta… ma con un piano B

Nonostante l’annuncio dell’XRING O1, Xiaomi non dice addio a Qualcomm. A maggio ha infatti siglato un accordo pluriennale con l’azienda americana per la fornitura di SoC di fascia alta. Il che suggerisce che l’XRING O1 sarà probabilmente riservato a una linea selezionata di prodotti, magari premium o sperimentali, mentre Snapdragon continuerà a dominare i modelli di punta.

L’XRING O1 è un segnale forte: Xiaomi vuole diventare non solo un produttore di smartphone, ma un protagonista a tutto tondo del mondo tech, in grado di gestire ogni parte della catena produttiva. Il chip non batte (ancora) lo Snapdragon 8 Elite, ma apre una nuova strada di indipendenza e innovazione.

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