Allarme OMS: le radiazioni da smartphone causano il cancro negli animali

Un nuovo studio commissionato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità scuote le fondamenta della tecnologia mobile. Secondo una revisione pubblicata su Environment International, le radiazioni dei cellulari sarebbero legate in modo diretto allo sviluppo di tumori nei test sugli animali, una scoperta che potrebbe riaccendere il dibattito globale sulla sicurezza delle reti wireless e dei dispositivi che usiamo ogni giorno.
Gli esperti hanno analizzato 52 studi sperimentali e hanno trovato prove forti e coerenti del legame tra l’esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF-EMF) – come quelli emessi dagli smartphone – e tumori del cervello e del sistema nervoso. I risultati sono inquietanti: aumenti significativi nel rischio di gliomi e schwannomi maligni, tumori già osservati in molti utilizzatori a lungo termine di telefoni cellulari. C’è anche un rischio moderato di tumori al fegato e alle ghiandole surrenali.
Questo nuovo lavoro scientifico è solo l’ultimo di una lunga serie. Nel 2011, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) aveva già classificato le radiazioni RF come “possibilmente cancerogene per l’uomo”. Ma ora i dati sono più solidi che mai, tanto che 267 scienziati di 45 Paesi chiedono all’OMS di rivedere la classificazione e passare al livello massimo di allerta: “cancerogeno certo”.
E mentre la scienza avanza, le autorità restano ferme. Negli Stati Uniti, il National Institutes of Health ha interrotto senza spiegazioni il programma da 30 milioni di dollari dedicato proprio a questi studi. I risultati, più di 2.000 pagine, sono ancora oggi classificati.

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Come se non bastasse, le normative attuali si basano su standard vecchi di quasi 30 anni, che considerano pericolose le radiazioni RF solo se causano riscaldamento dei tessuti. Ma i ricercatori avvertono: i danni possono verificarsi anche a livelli di esposizione bassissimi e prolungati nel tempo, ben prima che si generi calore.
Il Dott. Joel Moskowitz dell’Università di Berkeley e l’ex tossicologo del NIH, Ron Melnick, non usano mezzi termini: “L’idea che il rischio esista solo quando c’è calore è scientificamente superata. I governi devono agire, subito”.
Cosa possiamo fare? Gli esperti consigliano alcune precauzioni semplici ma efficaci:
- Usare auricolari con filo o vivavoce;
- Evitare di tenere il telefono in tasca o vicino al corpo;
- Ridurre al minimo le chiamate lunghe o inutili;
- Non dormire con lo smartphone vicino al letto.
Tuttavia, come sottolineano gli scienziati, le scelte individuali non bastano. Serve un cambiamento strutturale, con normative più rigorose e aggiornate che tengano conto dei moderni modelli di utilizzo: dalle reti 5G alla connessione continua con più dispositivi contemporaneamente.
Con oltre sette miliardi di utenti di smartphone nel mondo, la questione non è più rinviabile. Lo studio dell’OMS potrebbe essere il punto di svolta che obbligherà istituzioni e aziende a prendere sul serio la salute pubblica.
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