Anche il Kirghizistan vieta l’applicazione TikTok
Dopo il Montana e la Somalia, anche governo del Kirghizistan ha deciso di bloccare l’app di social media cinese TikTok nella propria territorio, citando preoccupazioni sulla sua influenza negativa sulla salute mentale e lo sviluppo dei bambini.
Secondo il Ministero della Cultura, dell’Informazione, dello Sport e della Politica Giovanile, l’app è stata ritenuta dannosa per lo sviluppo psicologico e fisico dei bambini, immergendoli in un mondo virtuale e li inducendo a prendere parte a comportamenti pericolosi e inappropriati.
Il ministero ha ricevuto diverse lagnanze da ONG e genitori circa l’influenza negativa dell’app sui bambini, e ha quindi deciso di bloccarla. La mossa è parte dell’effort del governo per proteggere i diritti dei bambini e garantire il loro beneessere.
Il divieto di TikTok non è un caso isolato; in passato il governo del Kirghizistan ha preso provvedimenti legali contro le piattaforme sociali cinesi. Negli ultimi anni, il governo ha represso diverse piattaforme e siti web cinesi, tra cui WeChat e Douyin, a causa delle preoccupazioni sulla loro contenuto e sull’impatto sulla società.
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La decisione di bloccare TikTok ha suscitato reazioni contrastanti nella pubblica opinione, con alcuni che sostengono la mossa del governo e altri che la condannano come una forma di censura. Alcuni hanno affermato che il divieto è inutile e che i genitori dovrebbero essere responsabili della monitoraggio dell’attività online dei loro figli, invece di contare sulla intervenzione del governo.
Il governo ha giustificato la sua decisione, affermando di essere impegnato nella protezione dei diritti dei bambini e nella garantì del loro beneessere. Ha anche sottolineato l’importanza di bilanciare l’accesso dei bambini alle tecnologie con la loro necessità di protezione da contenuti nocivi e influenze dannose.
Il divieto di TikTok sarà probabilmente significativo per il paesaggio sociale del Kirghizistan, poiché l’app è diventata sempre più popolare tra i giovani del paese. Rimane da vedere come il governo imporrà il divieto e se sarà efficace nella protezione dei bambini dalle percezioni nocive dei social media.
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