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Baseus Bowie MC1 Pro: gli auricolari open-ear che non ti aspetti

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Negli ultimi anni, ho avuto il privilegio di testare innumerevoli auricolari: dai giganti con cancellazione del rumore ai compagni inseparabili per il fitness. Ma pochi, davvero pochi, mi hanno lasciato a bocca aperta come i nuovi Baseus Bowie MC1 Pro. Se solo un anno fa mi avessero detto che un paio di auricolari open-ear con clip sarebbero diventati la mia scelta quotidiana per ogni attività, dalle videochiamate alla musica, avrei riso di gusto.

Eppure, eccoci qui. Dopo settimane di test intensivo nel mondo reale, questi auricolari da 89 dollari (ora disponibili a un prezzo ancora più sorprendente!) mi hanno letteralmente conquistato. E non grazie a parole d’ordine altisonanti come “LDAC”, “AI” o “suono a 360°”, ma per una ragione molto più semplice: sono incredibilmente pratici, comodi e, in una parola, affidabili.

Ma andiamo a fondo, per capire perché i Bowie MC1 Pro sono destinati a rivoluzionare il tuo modo di ascoltare.

Unboxing e primo contatto: essenziale, ma con classe

L’esperienza di unboxing dei Baseus MC1 Pro è diretta e intuitiva. All’interno della confezione, troverai i due auricolari già agganciati alla loro custodia, un cavo di ricarica USB-C compatto, una guida rapida e persino un foglio di adesivi.

La custodia è un capolavoro di compattezza: si infila con facilità in qualsiasi tasca. Dotata di una pratica chiusura magnetica e un discreto indicatore LED frontale, sfoggia una finitura che bilancia opacità e lucentezza, riflettendo la luce quel tanto che basta per un tocco di raffinatezza, senza essere mai eccessiva. La sua resistenza a impronte digitali e macchie è un bonus non da poco, mantenendola impeccabile nel tempo.

Ho avuto modo di provare tutte e tre le varianti cromatiche: Titanio, Nero e Bianco. Sebbene tutte abbiano quella delicata lucentezza, il modello Bianco offre un look più pulito e una maggiore resistenza all’usura sulle “maniglie”. Il Nero è indubbiamente il più elegante, ma tende a mostrare più facilmente le impronte. Ogni versione ha la sua personalità, ma tutte condividono un linguaggio di design sobrio e minimalista, discreto e mai appariscente.

Design e qualità costruttiva: la comodità al centro del progetto

Ed è qui che gli MC1 Pro iniziano davvero a distinguersi dalla massa, risolvendo un problema cruciale del modello precedente. Ricordo di aver utilizzato gli MC1 originali per diverse settimane, apprezzandone il concetto open-ear che non occlude il condotto uditivo. Tuttavia, dopo 2-3 ore, avvertivo una leggera pressione sull’orecchio. Non insopportabile, ma comunque percettibile.

Gli MC1 Pro superano brillantemente questa criticità. L’imbottitura in silicone “Cloud Airbag” sull’arco interno è un’innovazione sottile ma significativa. Ammortizza l’orecchio con un materiale morbido e traspirante, incredibilmente delicato sulla pelle. Li ho indossati per oltre sei ore consecutive, durante lunghe sessioni di lavoro e editing, e non ho mai avvertito la necessità di toglierli per fastidio.

Con soli 5 grammi per auricolare, sono leggerissimi. La montatura in titanio a forma di C assicura una stabilità eccezionale, persino durante gli allenamenti più intensi. Li ho testati correndo, sollevando pesi e persino scuotendo energicamente la testa: sono rimasti immobili. Un vantaggio non da poco: non interferiscono con occhiali da vista o da sole, un problema comune con la maggior parte degli auricolari over-ear o con stelo.

La certificazione IP67 è la ciliegina sulla torta: resistono a sudore, pioggia e perfino a qualche spruzzo accidentale. Una tranquillità aggiuntiva per un paio di auricolari clip-on.

Connettività: stabilità e versatilità all’avanguardia

La connettività è stata impeccabile. Gli MC1 Pro sfruttano il Bluetooth 6.0, garantendo un consumo energetico ridotto, una larghezza di banda superiore e connessioni più stabili rispetto ai modelli precedenti. L’accoppiamento è fulmineo e la connessione multi-point funziona egregiamente sia con il mio telefono che con il laptop. L’unico compromesso? L’attivazione dell’LDAC (per un audio ad alta risoluzione) disabilita la connessione multi-point, costringendoti a scegliere tra massima qualità audio e praticità.

A parte questo, non ho riscontrato interruzioni o balbettii, neanche in ambienti affollati e ricchi di interferenze Bluetooth come le stazioni della metropolitana. Anche la latenza è gestita ottimamente: li ho usati per chiamate Zoom, video di YouTube e sessioni di gaming occasionali. È presente anche una modalità dedicata a bassa latenza, di cui parleremo meglio nella sezione audio.

App e personalizzazione: il controllo a portata di dito

L’app Baseus è il cuore della personalizzazione dell’MC1 Pro. Qui puoi rimappare i controlli, attivare l’LDAC e l’audio spaziale, e giocare con i preset di equalizzazione o crearne di tuoi tramite un EQ a 8 bande. L’interfaccia non è la più raffinata che abbia mai visto (qualche anomalia di traduzione qua e là), ma è estremamente funzionale. Ogni impostazione funziona e si salva senza intoppi.

Ho apprezzato particolarmente la possibilità di attivare il Bass Boost e sentire subito un cambiamento tangibile. L’app include anche una funzione “Trova i miei auricolari” (che emette un segnale acustico forte), aggiornamenti firmware e Smart Connect per gestire l’accoppiamento multi-dispositivo.

Per quanto riguarda l’usabilità, prediligo di gran lunga i pulsanti fisici ai pannelli touch, e l’MC1 Pro mi ha accontentato: i controlli meccanici evitano pause accidentali mentre mi sistemo i capelli o indosso una felpa. Funzioni come play/pausa, skip, volume, assistente vocale e pressione prolungata sono tutte personalizzabili dall’app, ad eccezione del singolo tocco.

Qualità del suono: una sorpresa inattesa

È qui che gli MC1 Pro mi hanno davvero sbalordito.

Chiariamo subito: sono auricolari open-ear. Per loro natura, non offrono un isolamento acustico o bassi potenti come gli IEM (In-Ear Monitors). Ma Baseus ha realizzato un’accordatura impressionante.

Di default, il profilo sonoro è leggermente piatto ma cristallino. I medi sono naturali, le voci nitide e gli alti presenti senza essere mai stridenti. Per podcast o musica strumentale, questa configurazione è perfetta fin da subito.

Attivando il Bass Boost, la situazione si fa ancora più interessante: i bassi diventano più incisivi, il palcoscenico sonoro si apre e la firma audio complessiva risulta più piena. Con l’LDAC attivo, la differenza di risoluzione è palpabile, specialmente in tracce ben mixate e ricche di sfumature. Gli alti rimangono controllati, mai sibilanti, e la separazione stereo è solida.

Non aspettarti un vero sub-basso (tipico degli open-ear), ma i medio-bassi e i bassi alti sono gestiti magistralmente. Li ho testati con artisti come The Weeknd, Kendrick Lamar, Hans Zimmer e composizioni indiane stratificate di AR Rahman. Con queste ultime, si riescono a percepire dettagli intricati come deboli armonie vocali, rullate sottili di tabla o archi ambientali, che solitamente si perdono con auricolari meno performanti.

Gli auricolari supportano l’audio spaziale basato su IA tramite l’algoritmo BISA (Baseus Immersive Spatial Algorithm), che crea un campo sonoro a 360 gradi per un’esperienza più avvolgente. A differenza di altri modelli Baseus, qui l’audio spaziale è integrato di default, senza interruttori on/off o preset cinema/musica. E, onestamente, il suono è fantastico: aggiunge un sorprendente senso di profondità e spazialità, senza risultare artificiale.

Sul fronte gaming, la latenza è sorprendentemente bassa in modalità dedicata. Tuttavia, nel posizionamento dei passi in giochi come PUBG Mobile, gli MC1 Pro mostrano qualche limite, rendendo difficile distinguere chiaramente la direzione. Per il gaming occasionale vanno bene, ma non sono ideali per gli sparatutto competitivi.

La qualità delle chiamate, invece, è stata perfetta. La mia voce era sempre chiara, senza distorsioni o cali. Un piccolo appunto: un interlocutore ha notato che la mia voce suonava leggermente piatta. Per le chiamate e le riunioni quotidiane, sono più che adeguati.

Durata della batteria: stellare!

La durata della batteria è semplicemente stellare. Ho raggiunto regolarmente circa 8,5-9 ore con una singola carica disattivando l’LDAC. Con LDAC e Bass Boost attivi, l’autonomia si è attestata intorno alle 6,5-7 ore, un risultato comunque eccellente per un dispositivo così compatto.

La custodia aggiunge altre 30 ore, portando il totale a circa 40 ore. La ricarica rapida è un plus: bastano 10 minuti per ottenere circa 2 ore di riproduzione. Non c’è la ricarica wireless, ma a questo prezzo è un compromesso accettabile. La porta USB-C è veloce e affidabile. L’indicatore LED sulla custodia, discreto e mai troppo luminoso, fornisce un rapido aggiornamento sullo stato della batteria.

Verdetto finale: i tuoi nuovi auricolari quotidiani ti aspettano!

Dopo settimane di utilizzo, i Baseus Bowie MC1 Pro si sono affermati come uno dei migliori auricolari a clip che abbia mai provato. Non solo per la qualità del suono, ma anche per l’attenzione al design, il comfort e l’eccezionale praticità d’uso.

Risolvono efficacemente i problemi di comfort dei modelli precedenti, offrono un audio sorprendentemente solido per un design aperto e bilanciano perfettamente funzionalità smart senza essere mai invadenti. Non sono perfetti, nessun auricolare lo è, ma per il prezzo, si avvicinano molto.

Se cerchi un auricolare che ti permetta di rimanere consapevole dell’ambiente circostante, che non affatichi dopo ore di utilizzo e che offra un audio solido e personalizzabile, gli MC1 Pro dovrebbero essere in cima alla tua lista. Sono ideali per il lavoro da remoto, gli allenamenti o semplicemente per ascoltare la tua musica senza perdere il contatto con il mondo.

Con un prezzo di listino di 89 dollari, ma ora in offerta a soli 79,99 euro, il loro valore è innegabile. E se, come me, eri scettico sugli auricolari clip-on, gli MC1 Pro potrebbero essere proprio il modello che ti farà cambiare idea.

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