Benessere o controllo? Il lato oscuro dei dispositivi indossabili

Un tempo sacro baluardo della libertà, il diritto alla privacy sta crollando sotto i colpi della nuova dittatura digitale: l’autoritarismo algoritmico. Ciò che era nato come semplice monitoraggio del benessere si sta trasformando in un meccanismo inquietante di controllo biometrico di massa, pronto a trasformare ogni cittadino in un paziente sotto osservazione perpetua.
Sotto la bandiera di un’America “più sana”, Robert F. Kennedy Jr., attuale Segretario alla Salute e ai Servizi Umani sotto l’amministrazione Trump, sta promuovendo l’uso obbligatorio di dispositivi indossabili intelligenti. Ma dietro la retorica del benessere si cela un incubo orwelliano: orologi, cerotti intelligenti e fasce biometriche che spiano ogni battito, ogni respiro, ogni anomalia corporea, per schedare, etichettare, punire.
Dai wearable al totalitarismo digitale
Il progetto è chiaro: trasformare ogni cittadino in un terminale biologico tracciabile, dove ogni deviazione dai parametri “sani” diventa sospetta. Gli algoritmi decideranno se sei conforme, se sei degno di cure, di lavoro, di accesso alla società.
I tuoi dati sanitari non saranno più tuoi. Una lieve alterazione nei battiti cardiaci? Sei stressato, forse instabile, forse pericoloso. Una notte insonne? Il sistema ti inserisce tra gli individui “a rischio”. Un giorno senza attività fisica? Il tuo punteggio sociale sanitario cala, con ripercussioni su prestiti, assicurazioni, assistenza.
E non è teoria: studi medici già confermano l’uso di dispositivi biometrici per giustificare l’aumento dei premi assicurativi, negare coperture, o persino perseguire penalmente le donne nei casi di aborto in stati restrittivi.

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L’incubo è già qui: il corpo come prova, l’algoritmo come giudice
La società che si profila è un panopticon digitale dove non servono più telecamere o poliziotti: è il tuo stesso corpo a tradirti.
- Sei considerato depresso? Ti tolgono le armi.
- Dormi male? Sei un rischio assicurativo.
- Non fai attività fisica? Ti escludono dai benefici statali.
Il corpo, una volta territorio inviolabile, diventa campo di battaglia, oggetto di sorveglianza e strumento di discriminazione.
Dalla narrativa alla realtà: distopia preannunciata
I classici della letteratura distopica non erano fiction, ma profezie. Huxley, Orwell, Atwood: tutti avevano previsto un mondo dove la tecnologia si sarebbe travestita da comodità per schiacciare il dissenso. Solo che oggi, la repressione arriva con un sorriso e un fitness tracker gratuito, non con manganelli e filo spinato.
Ogni passo, ogni respiro, ogni flessione muscolare è un dato monetizzabile. Il tuo corpo è diventato una password. E se non sei conforme, vieni disconnesso dalla società.
Cosa possiamo fare? Ribellarci, ora
Resistere a questa deriva autoritaria non è più un’opzione, è un dovere:
- Rifiuta la coercizione tecnologica: non indossare dispositivi biometrici solo perché sono “alla moda” o “offerti gratis”.
- Pretendi trasparenza e limiti chiari tra aziende tech, assicurazioni e governo.
- Combatti la sorveglianza con la disobbedienza quotidiana: paga in contanti, disconnettiti, proteggi i tuoi dati, informati.
Il tempo stringe. Se accettiamo questo modello ora, domani sarà troppo tardi. Il corpo è tuo. I dati sono tuoi. La libertà non è negoziabile.
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