BeStreamWise: la campagna antipirateria di Sky tra paura e propaganda

Da settembre 2023, Sky e i suoi partner hanno lanciato un’offensiva mediatica senza precedenti contro lo streaming illegale. Spot televisivi, cartelloni, articoli sui tabloid: tutto per convincere gli utenti a mollare i siti pirata e passare a piattaforme “legali e sicure”. Il cuore del messaggio? Lo slogan: “Gli streaming illegali lasciano entrare i criminali”. Malware, frodi con carte di credito, furto di identità: lo spettro della paura come arma di persuasione.
Quella che doveva sembrare una delle tante campagne antipirateria si è trasformata in una presenza costante e invadente: BeStreamWise è entrata nei salotti, ha preso il controllo dei telecomandi Sky e, dopo 18 mesi, non ha ancora intenzione di sparire.
Un’eco mediatica pilotata
La campagna è stata pompata ovunque: sui tabloid nazionali, nelle pubblicazioni online e tramite i partner regionali. Una presenza capillare che ha reso difficile ignorarla. Ma c’è un dettaglio curioso: la BBC – che figura ufficialmente come partner della campagna insieme al governo britannico – non le ha dedicato nemmeno una riga. Un silenzio assordante, che lascia aperti più interrogativi che certezze.

Il marchio BeStreamWise e il marketing della paura
Dietro la patina patinata degli spot c’è il lavoro dell’agenzia Weber Shandwick, che ha costruito l’intero immaginario della campagna. Fotografie studiate, effetti speciali CGI, un sito web integrato nella piattaforma Sky e un canale YouTube con video virali.
I numeri sono notevoli: il video da 15 secondi, mirato agli utenti che cercavano contenuti pirata, ha superato i 7,6 milioni di visualizzazioni. Un’enormità. Ma resta il dubbio: le persone hanno davvero interiorizzato il messaggio, o lo hanno guardato con lo stesso distacco con cui si salta la pubblicità su YouTube?
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Il “Santo Graal” del cambiamento comportamentale
BeStreamWise si fonda sul modello COM-B: Capacità, Opportunità, Motivazione, Comportamento.
- Capacità: spiegare i rischi dello streaming illegale.
- Opportunità: proporre piattaforme legali e accessibili.
- Motivazione: spaventare con malware, frodi e furti di dati.
In teoria, un approccio scientifico. In pratica, una campagna di marketing che gioca sul filo della paura e della colpevolizzazione.

Successo o propaganda?
Sky non ha mai pubblicato i risultati concreti della campagna. Niente dati ufficiali sull’effettivo calo della pirateria, nessuna prova di conversioni di massa agli abbonamenti legali. Ciò che rimane è l’imponente copertura mediatica e una strategia comunicativa che ha inondato l’opinione pubblica di storie sensazionalistiche: arresti per IPTV, sequestri, condanne esemplari.
Il problema? Queste narrazioni raramente coincidono con una fotografia reale del fenomeno. La pirateria continua a esistere, e finché l’offerta legale non sarà davvero competitiva e accessibile, nessuna campagna pubblicitaria potrà risolvere il problema alla radice.
Conclusione: tanta paura, poca sostanza
BeStreamWise si presenta come una campagna di sensibilizzazione alla sicurezza informatica, ma è soprattutto uno strumento di marketing aggressivo, che usa la paura più che la trasparenza. Sì, gli utenti devono essere consapevoli dei rischi legati a malware e frodi online. Ma trasformare ogni spettatore in un potenziale complice dei “criminali dello streaming” non è altro che propaganda ben confezionata.
La verità è che, nonostante slogan e milioni di visualizzazioni, la gente non ha ancora davvero paura della pirateria. E finché questo non cambierà, campagne come BeStreamWise rischiano di rimanere solo rumore di fondo.
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