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Blackout di OpenAI: ChatGPT e i servizi AI fuori uso, utenti in tilt in tutto il mondo

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Il 10 giugno 2025, milioni di utenti in tutto il mondo si sono trovati di fronte a un problema inaspettato: ChatGPT, il celebre chatbot di OpenAI, insieme ad altri servizi come l’API e Sora, è andato in blackout, lasciando professionisti, studenti e appassionati dell’IA senza accesso a uno degli strumenti più utilizzati del panorama tecnologico. La notizia è stata confermata da diverse fonti, tra cui il sito di monitoraggio Downdetector.it, che ha registrato un picco di segnalazioni di malfunzionamenti a partire dalle prime ore della mattinata. Ma cosa è successo esattamente? E quali sono le implicazioni di un’interruzione così significativa? Scopriamolo.

Un blackout globale senza preavviso

Alle 07:11 CEST del 10 giugno 2025, OpenAI ha annunciato ufficialmente sul proprio status page un problema di “elevate error rates” (tassi di errore elevati) che ha colpito ChatGPT e l’API, rendendo i servizi inaccessibili o instabili per molti utenti. Secondo Downdetector.it, migliaia di segnalazioni sono arrivate da ogni angolo del pianeta, con picchi di oltre 4.300 report negli Stati Uniti e 5.600 nel Regno Unito. Gli utenti hanno riportato errori come “Bad Gateway” (502), “Internal Server Error” o semplicemente l’impossibilità di accedere al sito e all’app mobile di ChatGPT.

Il blackout ha colpito non solo gli utenti comuni, ma anche aziende e sviluppatori che si affidano all’API di OpenAI per applicazioni di automazione, assistenza clienti e generazione di contenuti. La portata globale del problema ha evidenziato quanto l’infrastruttura di OpenAI sia diventata cruciale per il funzionamento di molti flussi di lavoro digitali.

Le reazioni degli utenti: frustrazione e ironia

Sui social media, in particolare su X, gli utenti non hanno perso tempo a esprimere il loro disappunto, spesso con un pizzico di ironia. “ChatGPT ha deciso di prendersi una pausa caffè non programmata,” ha twittato @MarioNawfal, mentre @Huk06 ha lamentato: “È incredibile, l’unica volta che ChatGPT smette di funzionare per me!” Altri hanno segnalato problemi specifici, come errori ripetuti nell’app desktop o l’incapacità di caricare immagini e file, un problema già noto in precedenti outage.

Molti utenti hanno colto l’occasione per testare alternative come Google Gemini, Microsoft Copilot o Claude, con alcuni che hanno dichiarato di voler “abbandonare” ChatGPT a causa della sua instabilità. Tuttavia, la dipendenza da ChatGPT, che vanta oltre 300 milioni di utenti attivi settimanali, rende difficile per molti trovare un sostituto immediato.

Le cause: un mistero ancora da svelare

OpenAI ha dichiarato di aver identificato il problema e di essere al lavoro per risolverlo, ma al momento della stesura di questo articolo non ha fornito dettagli specifici sulla causa del blackout. In passato, interruzioni simili sono state attribuite a problemi con provider upstream (come Cloudflare o Microsoft Azure) o a un sovraccarico dei server dovuto a un picco di domanda, come accaduto dopo il lancio di nuove funzionalità come l’integrazione di Sora o le capacità di generazione di immagini.

Ad esempio, un outage di dicembre 2024 è stato causato da un problema di alimentazione in un data center di Microsoft, partner esclusivo di OpenAI per i servizi cloud. Questa volta, però, l’assenza di comunicazioni ufficiali lascia spazio a speculazioni: potrebbe trattarsi di un sovraccarico legato alla crescente popolarità di ChatGPT o di un problema tecnico più complesso, come un bug nei sistemi di monitoraggio introdotto di recente.

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Un pattern preoccupante?

Questo non è il primo blackout di OpenAI. Negli ultimi mesi, ChatGPT ha subito diverse interruzioni:

  • Dicembre 2024: un outage di tre ore causato da un problema con un provider upstream.
  • Gennaio 2025: un’interruzione globale che ha colpito ChatGPT, l’API e Sora, con oltre 10.000 segnalazioni di problemi.
  • Febbraio 2025: un breve blackout di 15 minuti che ha comunque generato discussioni sulla fragilità dell’infrastruttura AI.
  • Aprile 2025: un’ulteriore interruzione legata a “sfide di capacità” dopo il lancio di nuove funzionalità di generazione di immagini.

Questi incidenti sollevano interrogativi sulla robustezza dell’infrastruttura di OpenAI, soprattutto considerando la sua rapida crescita. Con oltre 1 miliardo di messaggi inviati ogni giorno, la domanda per i servizi di OpenAI sta mettendo sotto pressione i server, spingendo l’azienda a confrontarsi con “capacità bibliche,” come le ha definite il CEO Sam Altman.

Implicazioni per il futuro dell’IA

Il blackout di oggi non è solo un inconveniente, ma un campanello d’allarme per l’industria dell’IA. La crescente dipendenza da strumenti come ChatGPT per lavoro, istruzione e creatività evidenzia la necessità di infrastrutture più resilienti. Come sottolineato da alcune analisi, eventi simili accaduti a competitor come Google Gemini e Microsoft Azure dimostrano che il problema non è esclusivo di OpenAI, ma riflette una vulnerabilità più ampia nel settore.

Gli esperti suggeriscono che OpenAI e altre aziende debbano investire in sistemi ridondanti, meccanismi di failover automatici e una comunicazione più trasparente durante i blackout per mantenere la fiducia degli utenti. Inoltre, l’adozione di analisi predittive e stress test potrebbe aiutare a prevenire interruzioni future, soprattutto in un contesto in cui l’IA sta diventando parte integrante della vita quotidiana.

Cosa fare durante il blackout?

Per gli utenti colpiti, OpenAI consiglia di controllare regolarmente il sito status.openai.com per aggiornamenti in tempo reale. Nel frattempo, si può provare a:

  • Utilizzare reti diverse: a volte, problemi locali di connessione possono essere confusi con un outage globale.
  • Passare a un browser alternativo o cancellare la cache, come suggerito da alcuni utenti su X.
  • Testare alternative: strumenti come Google Gemini o Claude possono essere un’opzione temporanea per chi ha bisogno di continuare il proprio lavoro.
  • Contattare il supporto: gli abbonati a ChatGPT Plus possono segnalare problemi prolungati al team di supporto per richiedere eventuali compensazioni, anche se OpenAI valuta questi casi singolarmente.

Un gigante con piedi d’argilla?

Il blackout di OpenAI del 10 giugno 2025 ha messo in luce sia l’importanza di ChatGPT nel panorama tecnologico globale sia la fragilità di un’infrastruttura che deve ancora tenere il passo con la sua popolarità. Mentre OpenAI lavora per ripristinare i servizi, gli utenti attendono con impazienza non solo il ritorno alla normalità, ma anche risposte chiare sulle cause di questo ennesimo disservizio. Nel frattempo, il mondo dell’IA ci ricorda che, nonostante i progressi, anche i giganti tecnologici possono inciampare. Resta da vedere se OpenAI riuscirà a trasformare queste sfide in un’opportunità per rafforzare la sua infrastruttura e riconquistare la fiducia degli utenti.

Per aggiornamenti in tempo reale, controlla status.openai.com o segui @OpenAI su X.

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