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Cellule staminali per curare la paralisi: l’esperimento che fa sperare

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Una speranza concreta per chi ha subito gravi lesioni al midollo spinale. Una nuova terapia rigenerativa basata su cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC) ha ricevuto il via libera per la fase 1 della sperimentazione clinica da parte della FDA statunitense e del China National Medical Research Protocol (NMPA).

Questa non è solo una notizia promettente. È l’inizio di una rivoluzione nella riabilitazione neurologica.

Una sfida globale: oltre 100.000 nuovi casi ogni anno

Solo negli Stati Uniti e in Cina, ogni anno vengono diagnosticati circa 118.000 nuovi casi di lesione al midollo spinale. In moltissimi casi, ciò comporta una disabilità permanente che cambia per sempre la vita del paziente.

Ora, grazie al lavoro dell’azienda cinese XellSmart, la scienza potrebbe offrire una risposta concreta: una terapia capace di riparare il tessuto nervoso danneggiato, usando cellule in grado di trasformarsi in neuroni e tessuti spinali funzionali.

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Come funziona la terapia?

Il trattamento utilizza cellule staminali iPSC allogeniche, cioè create da donatori, ma riprogrammate per diventare cellule nervose. Queste vengono impiantate nelle aree lesionate del midollo spinale, con l’obiettivo di stimolarne la rigenerazione.

I test preclinici, condotti negli ultimi quattro anni, hanno dato risultati molto incoraggianti: non solo un basso rischio di rigetto, ma anche una buona capacità di integrazione nei tessuti spinali.

Cosa accadrà ora?

La fase 1, che valuta la sicurezza e il dosaggio, si concluderà entro il 2026. Se superata con successo, la terapia entrerà nella fase 2, dove verranno testati efficacia e benefici funzionali sui pazienti.

E se tutto andrà come sperato, entro 5-7 anni questa terapia potrebbe arrivare davvero negli ospedali, aprendo la strada a un possibile ripristino della funzione motoria nei pazienti paralizzati.

Non solo lesioni spinali: anche Parkinson e SLA nel mirino

XellSmart non si ferma qui. In parallelo, l’azienda sta sviluppando terapie simili anche per il morbo di Parkinson e la SLA (sclerosi laterale amiotrofica). L’obiettivo? Portare la medicina rigenerativa a un nuovo livello, con approcci terapeutici che fino a pochi anni fa sembravano solo fantascienza.

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