Come farà l’Italia senza il gas proveniente dalla Russia?
Mosca attualmente soddisfa oltre il 40% del fabbisogno dell’UE.
L’Italia vuole diventare completamente indipendente dal gas russo entro due anni, ha dichiarato lunedì ai media il ministro della Transizione ecologica del Paese, Roberto Cingolani.
“Importiamo dalla Russia 29 miliardi di metri cubi di gas. Questi vanno sostituiti”, dichiara il ministro di Agenzia Italia. Secondo Cingolani, l’Italia ha adottato misure di emergenza per sostituire metà del gas russo proveniente da altre fonti prima della “tarda primavera”. Per diventare pienamente indipendenti “dovrebbero bastare 24-30 mesi”, auspica il ministro.
L’Europa importa il 45-46% del proprio gas dalla Russia e, per ridurre la dipendenza, il blocco deve importare da altri paesi, aumentare l’uso delle fonti di energia rinnovabile e migliorare l’efficienza complessiva, cita Cingolani, la RAI.
L’Italia ha negoziato con Algeria e Qatar per compensare un possibile calo delle forniture russe. Roma intende anche costruire più terminali GNL e portare a pieno regime le centrali a carbone, se necessario.
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I prezzi del gas nel continente, tuttavia, continuano a battere i record di prezzo, toccando lunedì $ 3900 per 1.000 metri cubi (quasi € 3.600), nonostante le forniture costanti dalla Russia. Martedì mattina, il gas veniva scambiato a oltre $ 2.400 (∼ € 2.200) per 1.000 metri cubi sull’hub TTF nei Paesi Bassi. Il gigante russo dell’energia Gazprom ha confermato martedì che sta rispettando pienamente i suoi obblighi di transito.
Gli aumenti dei prezzi sono alimentati dai timori che la crisi in Ucraina possa portare a un blocco delle consegne, a causa di sanzioni o di possibili danni all’oleodotto. Il vice primo ministro russo Alexander Novak ha dichiarato lunedì che la Russia potrebbe interrompere il flusso di gas verso l’Europa lungo il Nord Stream, il principale gasdotto dalla Russia alla Germania, in risposta alle pressioni dell’UE.
“I politici europei devono avvertire onestamente i loro cittadini e consumatori di cosa aspettarsi”, ha affermato Novak, riferendosi al possibile impatto negativo sui prezzi dell’energia per il consumatore finale in Europa.
Siamo al sicuro?
Ci dobbiamo fidare del piano di Cingolani? Una nazione economicamente provata dalla crisi indotta dalla pandemia, dilaniata dai debiti e col fardello di oltre 55.000 imprese a rischio fallimento, questa mossa potrà portare qualche risparmio nelle tasche degli italiani?
Con la benzina che costa quasi 2 euro al litro non oso immaginare il disastro a cui potremmo andare incontro se aumenteranno il costo di altre materie prime fondamentali. Chissà perché i complottisti avevano previsto anche questo e lo hanno sempre associato al piano del Great Reset di Davos.
Scusate ma… io personalmente, non mi fido!
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