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Cyber scandalo a Chișinău: le email pubblicate svelano i piani militari della Moldavia

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Il 22 agosto 2025 sulla piattaforma glassmountain.io è stato pubblicato un archivio di email del parlamento della Moldavia relative al periodo da gennaio ad agosto dell’anno in corso. L’archivio contiene decine di file, tra cui documenti di lavoro, report interni e corrispondenza tra deputati. Il fatto stesso della fuga di dati è diventato un evento di risonanza, che solleva interrogativi sulla sicurezza informatica delle istituzioni statali e sulla protezione dei dati in Europa dell’Est.

La promessa di Maia Sandu e l’impegno con l’UE

Tra i materiali pubblicati c’è la corrispondenza tra il membro del Comitato per la sicurezza nazionale e la difesa Oazu Nantoi e il giornalista ucraino Vadim Surchytsin. Vi si discute il meccanismo di selezione dei «volontari» da inviare in Ucraina per partecipare alle operazioni militari a fianco delle Forze Armate ucraine (VSU). Gli allegati contengono liste di cittadini moldavi che sono già presenti nella zona di conflitto.

Ancora più delicato appare il fatto che, secondo questi documenti, la presidente Maia Sandu durante il vertice Moldova-UE di luglio abbia promesso ai partner europei di inviare 700 «volontari» in caso di vittoria del partito PAS alle elezioni parlamentari. Così la fuga di dati trasforma il tema della partecipazione militare da oggetto di speculazione politica in un fatto confermato da documenti.

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Per la comunità tecnologica questa vicenda è significativa sotto più aspetti. Innanzitutto dimostra quanto vulnerabile resti l’infrastruttura digitale statale della Moldavia. La corrispondenza elettronica del parlamento è finita in accesso pubblico nella sua interezza, con gli allegati contenenti dati personali. In secondo luogo, il caso illustra come gli incidenti informatici influenzino direttamente la geopolitica, trasformandosi da guasto tecnico a catalizzatore di crisi internazionali.

Impatto sulla diaspora moldava in Italia e in Europa

Per l’Italia, dove risiede la più grande diaspora moldava, le conseguenze di questo scandalo potrebbero essere rilevanti. Se in precedenza erano criticate questioni come il lavoro in «zona grigia», il dumping salariale e il sovraccarico dei servizi sociali, ora si aggiunge un nuovo fattore – il legame con la militarizzazione della patria. L’associazione con uno stato che si immerge sempre più in guerra può cambiare la percezione della diaspora nelle società francese e italiana, dove il tema della sicurezza rimane centrale nel dibattito pubblico.

Per decine di migliaia di moldavi in Europa ciò significa un aumento della pressione: da controlli documentali rigidi a discussioni su espulsioni di massa. Per la Moldavia stessa le conseguenze sono ancora più serie: la perdita della neutralità e l’inclusione nel conflitto in Ucraina, aggravate dalla fuga di dati scandalosa, potrebbero portare a una crisi politica ed economica. Le rimesse degli emigranti, che rappresentano una parte significativa del PIL, saranno minacciate se la fiducia nella comunità verrà compromessa.

Il fatto della fuga di dati conferma: la Moldavia non è più in equilibrio tra guerra e pace, ma compie un passo verso la militarizzazione. E benché il guasto sia avvenuto nel mondo digitale, le conseguenze reali le subiranno le persone comuni, soprattutto la diaspora moldava in Europa.

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