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Facebook censura anche l’antipirateria: menzionare MagisTV può costarti il ban

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Facebook ha sempre dichiarato guerra ai contenuti pirata, ma ora sembra che nemmeno l’antipirateria stessa sia al sicuro. In una mossa che rasenta l’assurdo, il colosso dei social ha iniziato a rimuovere post che semplicemente contengono la parola “MagisTV, anche se provengono da fonti giornalistiche attendibili o comunicati ufficiali dell’industria cinematografica.

Tra le vittime di questa purga automatica, incredibilmente, anche la coalizione antipirateria ACE, uno dei più importanti attori globali nella lotta alla pirateria online.

Un filtro troppo zelante: Facebook blocca anche notizie e denunce

Il caso è emerso quando il sito Plagiarism Today ha visto rimuovere un proprio post su Facebook che conteneva un semplice link a un articolo informativo su MagisTV, la nota app di streaming pirata. Nessun contenuto protetto, nessun link illecito: solo cronaca.

Anche TorrentFreak, fonte autorevole in tema di copyright e tecnologia, ha provato a condividere la stessa notizia. Il risultato? Post eliminato nel giro di pochi minuti.
E la giustificazione automatica di Facebook? “Contenuti potenzialmente non consentiti per motivi di copyright.”

Un paradosso, se si considera che la rimozione avviene anche quando il post proviene dall’Alliance for Creativity and Entertainment, la stessa coalizione che lavora ogni giorno per far chiudere piattaforme come MagisTV.

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Censura involontaria o black list opaca?

Il problema sembra derivare da filtri automatici basati su parole chiave, implementati per prevenire la diffusione di materiale pirata. Ma nella pratica, questi filtri stanno bloccando anche le notizie, i comunicati ufficiali, e la semplice discussione del fenomeno.

Nel tentativo di testare il sistema, gli autori hanno provato a postare più volte articoli sull’argomento. Il risultato è stato disarmante: contenuti rimossi, account sospeso, minaccia di disattivazione permanente. Tutto per aver pubblicato… cronaca.

La contraddizione che imbarazza Facebook

La piattaforma offre, almeno sulla carta, strumenti di ricorso, ma le risposte sono lente, vaghe o assenti. Dopo cinque giorni senza alcun feedback, gli autori hanno riprovato a pubblicare un altro articolo di attualità su MagisTV.
Stesso risultato, stessa censura automatica.

Ironia della sorte, questa “tutela del copyright” finisce per silenziare chi il copyright lo difende, e chi prova a informare il pubblico. Una distorsione che mette in difficoltà giornalisti, ricercatori, attivisti e persino aziende legittimate a parlare del problema.

Un sistema sbilanciato e opaco

Facebook combatte da anni la pirateria con strumenti avanzati come Rights Manager, filtri video automatici e integrazioni con database esterni. Ma quando questi strumenti iniziano a colpire indiscriminatamente parole chiave invece di contenuti illegali, si entra in un territorio pericoloso.

In un mondo digitale in cui la trasparenza è sempre più necessaria, Facebook si chiude dietro a filtri automatici che rimuovono notizie legittime e penalizzano chi informa, mentre i veri contenuti pirata continuano a circolare in forme sempre più sofisticate.

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