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Gli scienziati hanno scoperto per la prima volta una strana forma di “amicizia” tra virus

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I ricercatori dell’Università del Maryland e della Washington University di St Louis hanno recentemente svelato un’immagine sorprendente: l’associazione inedita di due virus che si aggrappano l’uno all’altro. La fotografia, catturata attraverso un sofisticato microscopio elettronico a trasmissione, mostra chiaramente come uno dei virus si attacca letteralmente all’altro, aprendo nuove prospettive di studio nel campo della virologia.

La scoperta è emersa all’interno di un progetto studentesco di routine, in cui i ricercatori stavano isolando batteriofagi, ossia virus che attaccano i batteri, da campioni ambientali per successivi esami di sequenziamento. Durante l’analisi di uno dei campioni, i ricercatori hanno identificato il DNA di un virus atteso, noto come MindFlayer, ma sono rimasti sorpresi nello scoprire anche un’infezione con DNA sconosciuto. Per confermare i risultati, sono stati condotti ripetuti esperimenti, che hanno confermato la presenza di questa particolare combinazione di virus.

Successivamente, i ricercatori hanno approfondito l’indagine mediante l’utilizzo di un microscopio elettronico a trasmissione, che ha permesso loro di visualizzare i campioni in modo dettagliato. Ciò che hanno scoperto è stato ancora più sbalorditivo: il batteriofago MindFlayer presentava un piccolo virus, chiamato MiniFlayer, che era strettamente associato alla sua parte “collo”. Ancora più interessante, questa associazione non è un caso isolato. Infatti, l’80% dei batteriofagi osservati, corrispondenti a 40 su 50, presentava un fago satellite collegato. Nei restanti campioni, sono state individuate tracce lasciate da questa particolare combinazione di virus.

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Ulteriori analisi condotte dai ricercatori hanno fornito prove convincenti che questa simbiosi tra i virus esiste da molto tempo, stimando una durata di almeno 100 milioni di anni. Questa incredibile scoperta è stata pubblicata sul Journal of the International Society for Microbial Ecology, suscitando grande interesse nella comunità scientifica.

L’importanza di questa associazione di virus è molteplice. In primo luogo, apre nuove prospettive sulla comprensione dell’evoluzione dei virus e delle loro interazioni con gli organismi ospiti. Questa scoperta potrebbe gettare nuova luce sulle dinamiche della coevoluzione tra virus e batteri nel corso dei millenni. Inoltre, potrebbe avere implicazioni significative per lo sviluppo di nuove terapie antivirali e strategie di lotta contro le infezioni batteriche, sfruttando le conoscenze acquisite da questa inusuale associazione di virus.

Questa ricerca dimostra ancora una volta l’importanza fondamentale dei progetti scientifici di routine e del costante impegno degli studenti nella ricerca accademica. È un chiaro esempio di come anche un esperimento apparentemente semplice possa portare a scoperte rivoluzionarie. Ciò sottolinea l’importanza di supportare e promuovere la ricerca scientifica a tutti i livelli, poiché sono proprio queste scoperte che ci permettono di ampliare le nostre conoscenze e di affrontare sfide sempre più complesse nel campo della scienza.

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