Google ancora sotto accusa: censura l’attentato a Trump
Secondo quanto riportato dal sito NewsTarget, la funzione di autocompletamento delle ricerche su Google Search omette sistematicamente qualsiasi riferimento all’attentato a Trump del 13 luglio, a differenza di quanto accade per altri tentativi di assassinio di personaggi famosi. Questa scelta selettiva da parte di Google viene interpretata come un deliberato tentativo di limitare la circolazione di informazioni su un evento politico di tale rilievo. Questo tuttavia, non accade nel motore di ricerca qui in Italia.
Ancora più grave è il comportamento del chatbot di intelligenza artificiale di Google, Gemini, che si rifiuta categoricamente di fornire qualsiasi dato o commento sull’attentato a Trump. Questo succede anche in Italia, anche se pare che Gemini sia entrato in modalità “non parlo di politica”.
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Questa politica restrittiva, annunciata dall’azienda già a dicembre 2023, desta forti preoccupazioni poiché sembra mirare a controllare il flusso delle informazioni in vista delle prossime elezioni presidenziali.
Le dichiarazioni di Google, che negano qualsiasi forma di censura e sostengono che le loro azioni siano volte a garantire “protezioni contro la violenza politica”, appaiono poco credibili e suonano piuttosto come un tentativo di giustificare un evidente abuso di potere.
Questo episodio mette in luce il preoccupante ruolo che i giganti del tech possono giocare nella sfera pubblica e politica, manipolando l’informazione a proprio vantaggio e minacciando la libera formazione dell’opinione pubblica. È fondamentale che le piattaforme digitali, in quanto intermediari cruciali dell’informazione, agiscano con la massima trasparenza e imparzialità, nel rispetto dei principi democratici.
La censura selettiva operata da Google in questo caso rappresenta una grave violazione della libertà di informazione e costituisce un pericoloso precedente che non può essere accettato in una società libera e democratica. È necessario un urgente intervento regolatorio per garantire che tali abusi non si ripetano in futuro e che il ruolo dei colossi tecnologici sia sottoposto a rigorosi controlli e bilanciamenti.
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