Google uccide i clic? L’IA ruba la scena (e il traffico) ai siti web

Dimentica i dieci classici link blu: oggi chi cerca qualcosa su Google si trova sempre più spesso davanti a una risposta già pronta, generata dall’intelligenza artificiale. Si chiama Panoramica AI ed è il nuovo volto del motore di ricerca. Ma c’è un problema: gli utenti cliccano sempre meno.
Un recente studio del Pew Research Center ha sollevato un campanello d’allarme: quando Google mostra una risposta creata dall’IA, il numero di clic sui risultati organici si dimezza. L’indagine, condotta su un campione di 900 utenti reali nel marzo 2025, mostra numeri inequivocabili: senza AI, gli utenti cliccano sui link nel 15% dei casi. Con AI, si scende all’8%. Ma c’è di peggio: solo l’1% clicca sulla fonte citata nella risposta automatica. Spesso si tratta di nomi noti come Wikipedia, YouTube o Reddit, ma ciò non basta a stimolare l’interazione.
L’illusione della risposta perfetta
Il dato più inquietante? Le persone smettono di cercare. La risposta dell’IA viene percepita come esaustiva, definitiva. Nessuna voglia di approfondire, nessun confronto tra fonti, nessuna verifica. Eppure, sappiamo bene che l’intelligenza artificiale può sbagliare, o addirittura mentire con sicurezza assoluta, presentando fake news o errori come verità.
Questa dinamica cambia tutto. Gli editori perdono visibilità, i siti web vedono crollare il traffico, e la ricerca online si trasforma in un’esperienza passiva, in cui l’utente consuma senza più esplorare.
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Un motore di risposte, non più di ricerca
Oggi circa una query su cinque è accompagnata da una risposta generata dall’intelligenza artificiale. Ma quando l’utente scrive una domanda completa o una frase più articolata, la probabilità che compaia un riepilogo AI sale al 60%. Di fatto, siamo già entrati in una nuova era dell’informazione, dove Google non si limita più a suggerire link: fornisce direttamente la “verità”.
Ma a che prezzo?
Meno traffico per i siti, meno diversità nei punti di vista, meno controllo sull’informazione. E soprattutto, più potere concentrato nelle mani di chi controlla l’algoritmo.
Una nuova sfida per il web
La rivoluzione delle Panoramiche AI segna un punto di svolta. Da strumento di ricerca, Google si trasforma in un oracolo digitale. Ma siamo pronti a fidarci ciecamente di ciò che ci dice? E cosa succederà all’informazione libera, ai piccoli editori, ai siti specializzati?
Il rischio è evidente: un web in cui nessuno clicca più nulla, dove tutto viene filtrato, riassunto e restituito da un sistema automatizzato, con fonti oscurate e verità precotte.
È il momento di domandarci: vogliamo davvero un internet in cui l’unica voce che conta è quella dell’algoritmo?
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