La “batteria in tensione” trasforma il metano in elettricità.

Scienziati olandesi hanno segnalato un metodo rivoluzionario per la generazione di elettricità dal metano. Per questo sono state sviluppate “batterie viventi” basate sul batterio Candidatus Methanoperedens. Nel corso degli esperimenti, l’impianto ha mostrato un’efficienza paragonabile a quella di alcune centrali a metano.

Batteri come Candidatus Methanoperedens sono anche chiamati estremofili per la loro capacità di sopravvivere in condizioni impensabili. Consumano metano velenoso per l’uomo per vivere e riprodursi. I microbiologi hanno visto una possibilità interessante in questo processo. Hanno raccolto campioni microbici dominati da archaea che consumano metano e li hanno coltivati ​​in un ambiente carente di ossigeno in cui il metano era l’unica fonte di elettroni. Accanto alla colonia è stato posizionato un anodo metallico a tensione zero, creando così una cella elettrochimica progettata per generare corrente.

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“Stiamo creando una specie di batteria con due terminali, di cui uno biologico e l’altro chimico. Si tratta di una svolta per il settore energetico e per l’ambiente in generale. Nelle nostre installazioni, il metano viene prodotto da microrganismi e poi bruciato, cosa che aziona la turbina principale del meccanismo”, hanno affermato gli autori dello studio della Radboud University.

Dopo aver analizzato la conversione del metano in anidride carbonica e aver misurato correnti fluttuanti fino a 274 milliampere per centimetro quadrato, il team ha concluso che circa il 31% del gas nocivo è stato convertito in energia utile.

Il miglioramento di questa tecnologia può portare alla creazione di “batterie viventi” altamente efficienti. Secondo la comunità scientifica, il team olandese ha compiuto un enorme passo avanti verso l’assegnazione del Premio Nobel per la risoluzione dei problemi climatici del pianeta.

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