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Il boom degli agenti AI sta già finendo? Le aziende iniziano a dire basta

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Sembravano destinati a rivoluzionare tutto: gli agenti di intelligenza artificiale, software in grado di prendere decisioni, automatizzare processi e risparmiare tempo. Eppure, secondo Gartner, entro il 2027 oltre il 40% dei progetti basati su agenti AI verrà abbandonato. Perché? Perché costano tanto e rendono poco. E, in molti casi, dietro l’etichetta “AI” si nasconde solo vecchia tecnologia rimpacchettata per impressionare gli investitori.

La realtà dietro la narrazione sugli agenti intelligenti

Oggi ogni grande azienda tech sembra voler lanciare il suo agente AI. Da Claude Code di Anthropic a Google, passando per Salesforce e naturalmente OpenAI con il suo “ChatGPT Agent”. Sulla carta, questi sistemi sono in grado di completare compiti complessi in modo autonomo, gestire email, analizzare dati, creare report, aggiornare CRM. Ma nella realtà? I risultati sono spesso deludenti, almeno rispetto al clamore mediatico.

Secondo Gartner, la maggior parte dei progetti è ancora in fase sperimentale, con costi di sviluppo e manutenzione enormi, e un impatto pratico molto limitato. E qui arriva la critica più dura: molti di questi agenti non sono veri agenti AI. Sono semplici automazioni RPA (robotic process automation) o chatbot, mascherati da intelligenze autonome per sfruttare l’hype del momento. Su migliaia di soluzioni dichiarate “basate su agenti”, solo 130 utilizzano davvero reti neurali evolute.

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Una tecnologia promettente… usata male

Il problema non è l’AI. È come la si usa. Gartner invita le aziende a riflettere: ha davvero senso inserire un agente AI in processi aziendali vecchi, lenti e inefficienti? Forse sarebbe meglio ripensare tutto da zero. L’AI dovrebbe semplificare, non complicare ulteriormente.

Gli analisti raccomandano un uso strategico e misurabile: agenti solo dove servono davvero, non ovunque “perché è di moda”. E non bisogna dimenticare un’altra verità scomoda: molte aziende non hanno nemmeno idea di come misurare il ROI di questi strumenti, e si affidano solo a presentazioni patinate.

Il futuro non è degli agenti… è degli agenti ben usati

Detto ciò, non tutto è da buttare. Gartner prevede che entro il 2028 il 15% delle decisioni lavorative quotidiane sarà preso da agenti AI, contro lo 0% del 2024. Inoltre, un terzo dei software aziendali includerà funzionalità di agenti. Il potenziale c’è, ma va incanalato con competenza e buon senso.

Chi si aspetta un “pilota automatico” per l’azienda rischia di schiantarsi. Ma chi sa progettare bene, con obiettivi chiari e processi moderni, potrà davvero trarne vantaggio. E forse, tra qualche anno, quegli stessi agenti che oggi vengono accantonati torneranno… in una forma molto più utile e meno costosa.

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