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Il microchip sottocutaneo non è più una teoria del complotto

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Un paio di settimane fa ho pubblicato un articolo in cui ipotizzavo che il Super Green Pass, ovvero quel certificato che testimonia che ti sei sottoposto alla somministrazione del vaccino contro il Covid-19, si sarebbe potuto evolvere in un microchip sottocutaneo. La notizia non ha avuto un effetto shock perché molti di noi sono ormai così abituati alle assurdità, che anche questo concetto così fantascientifico, ci sembra “quasi” normale. 

Molto probabilmente se avessi pubblicato lo stesso articolo anche solo un paio di anni fa, mi avresti preso per un pazzo visionario, o più semplicemente un complottista. Peccato però che i presunti cospiratori abbiano cominciato a parlare di microchip sottopelle già dal 2005 e, per pura coincidenza, anche questa teoria, all’epoca considerata assurda, sta diventando un argomento molto discusso in questi giorni. 

Dapprima la notizia è stata lanciata da una testata giornalista svedese, ma ora ne parla addirittura il giornale italiano “Il Messaggero” in un articolo pubblicato ieri.

La testata giornalistica riporta la notizia come se fosse solo un’idea ma questa non è altro che l’ennesima finestra di Overton aperta per inculcarci questa nuova idea che faranno di tutto per far entrare nella cultura popolare e poi obbligarci ad accettarla come se fosse una manna dal cielo.

A questo punto mi chiedo come mai la maggior parte delle persone continui a definire “complottisti” coloro che da anni ci stanno avvisando su quello che sta realmente accadendo?

La startup nasce in Svezia

La tecnologia del microchip è stata sviluppata dalla startup con sede a Stoccolma EpicenterIl minuscolo chip memorizza un passaporto per il vaccino contro il Covid-19, che è sempre più richiesto in tutto il mondo. Può essere letto da un dispositivo che utilizza un protocollo di comunicazione near-field, la stessa tecnologia utilizzata dalle carte di credito e da altri sistemi di pagamento digitali.

Il chip può essere inserito sia nel braccio che tra il pollice e l’indice, con i dati leggibili attraverso la pelle. Un codice univoco genera il file del passaporto del vaccino dell’individuo su un lettore, come mostrato dai suoi creatori nel video dimostrativo distribuito a più media. 

Il responsabile della distribuzione di Epicenter, Hannes Sjoblad, ha dichiarato all’agenzia di stampa AFP che il suo microchip offriva un modo efficiente per controllare lo stato di Covid-19 in un cinema o in un centro commerciale senza ricorrere a un telefono cellulare.

“Quello che conta per me è che le persone che ottengono impianti di chip, lo fanno su base volontaria”, ha detto Sjoblad. “E perché sono curiosi e vogliono lavorare con questa tecnologia”.

Gli impianti costano € 100 ($ 113) a pezzo e i distributori descrivono la tecnologia coinvolta come “passiva”, poiché non è in grado di generare un segnale da sola, sebbene ciò non abbia impedito alla prospettiva che i chip Covid di sollevare bandiere rosse con gli attivisti. 

La rappresentante degli Stati Uniti Lauren Boebert (R-Colorado) ha twittato in risposta ai primi rapporti sugli impianti. 

La Svezia ha annunciato a dicembre che i passaporti per i vaccini sarebbero stati richiesti in qualsiasi luogo o evento con una capacità di oltre 100 persone. Secondo quanto riferito, da allora circa 6.000 persone hanno optato per un impianto.

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