Il numero uno degli scacchi umilia ChatGPT (che lo valuta come un dilettante)

Durante un viaggio noioso, anche il più grande campione del mondo può cercare un po’ di svago. Ed è così che Magnus Carlsen, il dominatore incontrastato degli scacchi dal 2011, ha deciso di sfidare un’intelligenza artificiale: ChatGPT. Il risultato? Una partita schiacciante da oltre 50 mosse in cui il campione non ha perso nemmeno un pezzo.

A raccontarlo è stato lo stesso Carlsen, che ha condiviso sui social gli screenshot della conversazione con il chatbot. Senza svelare la sua identità, ha lasciato che fosse l’IA a giudicare la sua prestazione… con risultati piuttosto esilaranti.

L’IA si arrende… e fa i complimenti al campione (senza sapere chi sia)

Alla fine della partita, ChatGPT ha ammesso la sconfitta, spiegando che il suo avversario aveva mantenuto tutti i pezzi e soddisfatto ogni condizione per la vittoria. Ma il bello è arrivato subito dopo: Carlsen ha chiesto al bot di valutare la sua performance.

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Il chatbot, ignaro di avere davanti il miglior giocatore di tutti i tempi, ha stilato un’analisi tecnica del suo stile, elogiandone la profonda comprensione dell’apertura, la pazienza posizionale, l’intelligenza tattica e la brillante gestione del finale. Insomma, sembrava quasi ammirato. Poi, si è spinto oltre.

Una valutazione sorprendente… ma non per chi conosce Carlsen

Secondo ChatGPT, il misterioso avversario doveva avere un punteggio Elo compreso tra 1800 e 2000. Una valutazione piuttosto rispettabile per un giocatore amatoriale, ma ben lontana dai 2839 punti che oggi Carlsen possiede – e ancora più distante dal suo record storico di 2882, il più alto mai raggiunto da un essere umano.

Ironia della sorte: mentre l’IA elogiava le mosse “da manuale” del suo avversario, non si è resa conto che stava dialogando proprio con il manuale vivente degli scacchi.

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