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Il sistema di allerta di Google fa cilecca con il terremoto in Turchia

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Durante uno dei più devastanti terremoti degli ultimi decenni, il sistema di allerta sismica di Google ha fallito nel momento in cui serviva di più. Il sisma di magnitudo 7.8 che ha colpito la Turchia nel 2023 ha causato decine di migliaia di vittime e, secondo Google, l’avviso di emergenza Android non ha raggiunto la popolazione in tempo utile.

In una regione dove l’80% degli utenti utilizza Android, era lecito aspettarsi una risposta rapida. Ma i numeri parlano chiaro: solo 469 persone hanno ricevuto il messaggio a schermo intero “TakeAction”, pensato per segnalare un pericolo imminente.
Le notifiche “BeAware”, meno incisive, sono state recapitate a circa mezzo milione di utenti. Un dato irrisorio rispetto ai 10 milioni di persone potenzialmente in pericolo entro 160 km dall’epicentro.

Il sistema Android Earthquake Alerts ha mancato l’obiettivo

Il sistema sismico di Google, lanciato con grandi promesse, sfrutta gli accelerometri degli smartphone per rilevare le prime onde P di un terremoto, anticipando così di qualche secondo la scossa principale. Quei pochi secondi possono significare salvarsi la vita. Ma a quanto pare, non ha funzionato nel momento più critico.

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Google ha spiegato che la colpa è da attribuire a “limitazioni negli algoritmi di rilevamento”, un’ammissione che suona amara quando si considera la scala della tragedia. Il sistema, invece, avrebbe funzionato correttamente durante le scosse di assestamento, quando ormai il peggio era già accaduto.

Tecnologia che fallisce quando conta davvero

Questo incidente apre interrogativi importanti sulla affidabilità dei sistemi tecnologici di emergenza gestiti da aziende private, soprattutto in situazioni dove ogni secondo è cruciale.

Google ha ammesso il problema, ma la fiducia è scossa. Chi si affida a questi strumenti per proteggere la propria famiglia si aspetta molto di più. L’errore ha mostrato i limiti reali della tecnologia predittiva quando non è supportata da infrastrutture solide, test su larga scala e trasparenza nei protocolli di attivazione.

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