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Il Texas accusa Google: sottrae dati biometrici senza il consenso

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Il Texas ha intentato una causa contro Google di Alphabet per la presunta raccolta di dati biometrici di milioni di texani senza aver ottenuto un consenso adeguato, ha dichiarato giovedì l’ufficio del procuratore generale in un comunicato.

La denuncia afferma che alle aziende che operano in Texas è stato vietato per oltre un decennio di raccogliere i volti, le voci o altri dati biometrici delle persone senza un consenso anticipato e informato.

“In palese violazione di tale legge, Google, almeno dal 2015, ha raccolto dati biometrici da innumerevoli texani e ha usato i loro volti e le loro voci per servire i fini commerciali di Google”, si legge nella denuncia. “In effetti, in tutto lo Stato, i texani di tutti i giorni sono diventati inconsapevoli mucche da mungere da Google per ottenere profitti”.

La raccolta è avvenuta attraverso prodotti come Google Photos, Google Assistant e Nest Hub Max, si legge nella dichiarazione.

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L’azienda ha dichiarato che si opporrà alla causa, affermando che gli utenti dei servizi avevano la possibilità di disattivare la funzione di raccolta dei dati biometrici.

“L’AG Paxton sta ancora una volta descrivendo in modo errato i nostri prodotti in un’altra causa senza fiato”, ha dichiarato il portavoce di Google Jose Castaneda. “Metteremo le cose in chiaro in tribunale”.

La causa è una delle tante intentate dagli Stati contro Google per pratiche scorrette in materia di privacy. L’Arizona ne ha risolta una all’inizio di ottobre per 85 milioni di dollari. Il Texas, l’Indiana, lo Stato di Washington e il Distretto di Columbia hanno citato in giudizio Google a gennaio per quelle che hanno definito pratiche ingannevoli di localizzazione che violano la privacy degli utenti. leggi tutto

Il procuratore generale del Texas Ken Paxton ha dichiarato in un comunicato che la “raccolta indiscriminata” di tali dati “non sarà tollerata”.

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