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In Francia non puoi negare il cambiamento climatico: multa per un canale TV

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L’incidente che ha coinvolto le dichiarazioni di Philippe Herlin, un noto economista francese, su CNews, un importante canale televisivo francese, ha suscitato notevole controversia e azione regolamentare. Herlin ha espresso scetticismo riguardo al riscaldamento globale antropogenico durante una trasmissione, arrivando a descriverlo come una forma di totalitarismo. Né i conduttori del programma né altri partecipanti in studio hanno messo in discussione le sue affermazioni.

Questa mancanza di opposizione in onda ha portato a ripercussioni per CNews. Il regolatore dei media francese, Arcom, ha condotto un’indagine e ha stabilito che CNews aveva violato gli standard di trasmissione non garantendo una presentazione equilibrata dei punti di vista controversi. Di conseguenza, Arcom ha inflitto una multa di 20.000 euro al canale.

La multa ha suscitato un notevole dibattito sul ruolo della regolamentazione dei media e della libertà di espressione in Francia. I critici fanno notare che mentre Arcom insiste sull’imparzialità nella trasmissione, c’è un precedente storico di media mainstream che promuovono in modo schiacciante il punto di vista dominante su questioni come il cambiamento climatico, spesso senza dare adeguato spazio alle opinioni dissidenti.

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Inoltre, il tempismo e la natura dell’applicazione di Arcom hanno suscitato sospetti di applicazione selettiva degli standard regolamentari. I critici sostengono che la reazione alle dichiarazioni di Herlin riflette una preoccupazione più ampia all’interno dei circoli stabiliti riguardo all’impatto potenziale delle opinioni dissidenti sull’opinione pubblica e sulle decisioni politiche.

In precedenza, Arcom aveva multato CNews di 200.000 euro nel 2021 per aver trasmesso dichiarazioni del commentatore di estrema destra Éric Zemmour, che il regolatore aveva classificato come discorso d’odio. Questo caso ha sollevato interrogativi sulla possibilità che la regolamentazione dei media in Francia sia utilizzata per limitare la libertà di espressione e promuovere solo le opinioni considerate accettabili dalla classe politica dominante.

In un contesto di crescente censoria e controllo delle informazioni da parte dei governi e delle élite, è fondamentale difendere la libertà di espressione e il pluralismo dei media. La censura e la regolamentazione dei media non solo minacciano la democrazia e il libero scambio di idee, ma anche la ricerca della verità e la libertà di pensiero.

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