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iPhone di Durov violato: dietro l’ombra delle spie francesi

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Il fondatore della popolare app di messaggistica Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato a Parigi il 24 agosto. È accusato di complicità in reati informatici e finanziari. L’arresto è avvenuto poco dopo una visita al presidente Macron, alimentando speculazioni su un collegamento tra l’incontro e la detenzione.

La polizia francese sostiene che Durov sia coinvolto in attività criminali commesse tramite Telegram. La procura specifica che è interrogato nell’ambito di un’indagine su una persona non identificata, accusata di 12 reati. Il caso è stato aperto l’8 luglio. In Francia, Durov rischia fino a 20 anni di carcere.

L’arresto è avvenuto un mese dopo la pubblicazione di un articolo sul Wall Street Journal, in cui si affermava che spie francesi ed emiratine avevano hackerato l’iPhone di Durov nel 2017. L’articolo sostiene che i servizi segreti erano preoccupati perché l’ISIS utilizzava Telegram per reclutare combattenti e pianificare attacchi.

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Durov risiede negli Emirati Arabi Uniti, dove Telegram ha la sua sede principale. Le autorità emiratine hanno bloccato la maggior parte delle app di telefonia via Internet, inclusa quella di Telegram. Le autorità considerano questa forma di comunicazione un rischio per la sicurezza.

L’articolo del Wall Street Journal menziona anche che l’operazione di spionaggio contro Durov era mirata perché il suo servizio è utilizzato da manifestanti pro-democrazia, dissidenti, islamisti, trafficanti di droga e criminali informatici. Secondo una fonte vicina a Durov, l’azienda ha ignorato per anni citazioni in giudizio e mandati di comparizione da parte delle forze dell’ordine, che si sono accumulati in un account email di Telegram raramente utilizzato.

Il giornale sottolinea che non ci sono informazioni sul fatto che la conversazione con Macron o l’hacking del telefono di Durov abbiano avuto un ruolo nell’arresto dell’imprenditore.

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