La carta d’identità elettronica potrebbe sostituire lo Spid
La proposta arriva dal sottosegretario per l’innovazione Alessio Butti
Il governo italiano sta pensando di “spegnere gradualmente” lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale che serve ad accedere ai servizi della pubblica amministrazione. L’idea Alessio Butti, sottosegretario per l’innovazione, tuttavia non ha convinto tutti e pone molti interrogativi. Come farà la carta d’identità elettronica a prendere il posto dello Spid?
Il Sistema Pubblico di Identità Digitale (in acronimo SPID) è il sistema unico di accesso con identità digitale ai servizi online della pubblica amministrazione italiana e dei privati aderenti. Cittadini e imprese possono accedere a tali servizi con un’identità digitale unica che ne permette l’accesso e la fruizione da qualsiasi dispositivo.
È stato introdotto per ovviare al fatto che il moltiplicarsi di servizi online costringeva i cittadini ad avere un numero sempre crescente di credenziali di accesso.
SPID soddisfa la necessità di poter disporre di un unico set di credenziali in grado di garantire l’accesso a qualsiasi servizio web. Un sistema semplice per l’utente finale, normalizzato a livello nazionale, non esclusivo ma inclusivo, integrabile al sistema europeo.
L’identità SPID si ottiene facendone richiesta a uno degli identity provider (gestori di identità digitale), che è possibile scegliere liberamente fra quelli autorizzati dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID).
L’autenticazione con SPID si declina in tre livelli di sicurezza delle credenziali, a seconda della tipologia di servizio.
SPID fa parte del sistema definito dal regolamento UE eIDAS. Oltre alle funzioni previste da eIDAS a livello europeo, una innovazione solo italiana è la possibilità del suo utilizzo per firmare digitalmente documenti (cosiddetta “Firma SPID”), cosa che ha consentito dal 2021 la sottoscrizione digitale delle proposte referendarie[1].
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L’idea di Butti
Il sottosegretario per l’innovazione sostiene che sia necessario “spegnere gradualmente Spid che raccoglie una serie di identità digitali e facilitare l’azione delle nostre imprese e dei cittadini con la Pubblica amministrazione. D’accordo tutti dobbiamo cominciare a spegnere lo Spid e avere la carta d’identità elettronica come unica identità digitale”.
In Italia oltre 33 milioni di cittadini e cittadine in possesso di un documento italiano hanno un’identità digitale Spid, con la quale possono accedere ai servizi online di oltre 12mila pubbliche amministrazioni a vario livello, per effettuare una serie di operazioni tra cui pagamenti, iscrizioni o accedere a bonus. Perché quindi eliminare lo Spid?
Perché la carta d’identità elettronica sarebbe meglio dello Spid?
Butti preferisce la Carta di identità elettronica (Cie) allo Spid per vari motivi: è molto diffusa (in Italia è stata attivata già da più di 32 milioni di persone) e possiamo considerarla come l’evoluzione del documento d’identità cartaceo. All’aspetto sembra una carta di pagamento, con due microchip contenenti i dati personali del titolare e le informazioni per autenticarsi online.
Inoltre, per accedere a tutti i servizi della pubblica amministrazione serve obbligatoriamente lo Spid o la Carta d’identità elettronica ma, ci sono alcune differenze. Se da smartphone l’autenticazione è molto rapida in entrambi i casi, da PC fisso chi usa la Cie deve avere un dispositivo in più (un lettore di smart card) con software dedicato per poter accedere ai siti o ai portali governativi. Se il fine è uguale, l’uso non lo è.
L’idea di far convergere i due strumenti di autenticazione era stata già stata messa sul tavolo dal governo Conte II e dalla ministra per l’Innovazione Paola Pisano. Non è chiaro cosa intenda Butti per “spegnere” i 33 milioni di Spid già attivi, visto anche il coinvolgimento dei 20 gestori di identità attivi. Come sarà la migrazione e in cosa può essere conveniente lo spegnimento dello Spid non è ancora stato spiegato.
Sento odore di complotto
È solo una “timida” proposta o un modo per instillare nella nostra mente, l’idea di Identità Digitale? Ricordi cosa si diceva l’anno scorso a proposito di Green Pass e controllo sui cittadini? Direi che questa proposta non sia altro che l’anticamera del famoso IDPay promosso da Vittorio Colao e che in tanti hanno già dimenticato.
Sarà questo un piccolo passo verso la schiavitù del sistema di credito sociale sul modello cinese?
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