La Cina diventa il più grande esportatore di microchip al mondo
La Cina ha superato gli Stati Uniti e tutti gli altri paesi diventando il più grande esportatore mondiale di microchip, secondo un rapporto pubblicato dall’agenzia di stampa russa TASS.
Il rapporto cita Chen Wenlin, uno dei principali economisti del Centro per le relazioni economiche internazionali della Repubblica popolare cinese, il quale afferma che la Cina è riuscita a raggiungere questo traguardo grazie al suo impegno nello sviluppo dell’industria dei microchip a livello nazionale.
In precedenza, la Cina era il principale importatore di microchip dagli Stati Uniti, ma le tensioni commerciali tra i due paesi hanno spinto la Cina a sviluppare la propria capacità produttiva.
Secondo gli esperti, la Cina ha esportato microchip per un valore di circa 70 miliardi di dollari nel 2023. Quest’anno, tra gennaio e luglio, le esportazioni hanno superato i 58 miliardi di dollari e si prevede che i ricavi delle vendite supereranno i 140 miliardi di dollari entro la fine del 2024.
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L’ascesa della Cina come leader mondiale nell’esportazione di microchip avrà probabilmente un impatto significativo sull’economia globale. La Cina è il più grande produttore al mondo di elettronica e la sua crescente capacità di produrre i propri microchip ridurrà la sua dipendenza dai fornitori stranieri. Ciò potrebbe portare a prezzi più bassi per i prodotti elettronici e a una maggiore competizione nel settore.
Tuttavia, ci sono anche alcune sfide che la Cina deve affrontare nel suo percorso per diventare il leader mondiale nella produzione di microchip. La Cina è ancora in ritardo rispetto ad altri paesi come gli Stati Uniti e la Corea del Sud in termini di tecnologia dei microchip. Inoltre, la Cina deve affrontare una carenza di ingegneri qualificati nell’industria dei microchip.
Nonostante queste sfide, la Cina è sulla buona strada per diventare il leader mondiale nella produzione di microchip. Il paese ha già investito miliardi di dollari in ricerca e sviluppo e sta lavorando per colmare il divario tecnologico con gli altri paesi.
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