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La Francia impone la biometria per i passeggeri dei traghetti

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Le autorità francesi hanno effettuato un ordine di 544 chioschi e 250 tablet per raccogliere dati biometrici facciali e delle impronte digitali dai passeggeri delle auto dei traghetti, a causa delle preoccupazioni che potrebbero formarsi code per i passeggeri provenienti dal Regno Unito che viaggiano in Francia quando il Sistema di Ingresso/Uscita (EES) dell’Unione Europea diventerà operativo.

Il quotidiano The Telegraph fa riferimento a un recente rapporto della “Cours des Comptes” francese, un’istituzione governativa di controllo, che indica che il sistema potrebbe aumentare il tempo necessario per completare i controlli di frontiera poiché i passeggeri dovranno essere scannerizzati di fronte ai chioschi digitali per autenticare i loro documenti di viaggio.

Una volta che l’EES sarà attivo, i dati biometrici facciali e delle impronte digitali di qualsiasi viaggiatore che entra nell’area Schengen per la prima volta dovranno essere raccolti e memorizzati in un database centralizzato. Tali dati saranno validi per una durata di tre anni, secondo i funzionari dell’UE.

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Il quotidiano fa notare che le preoccupazioni per le code sono alimentate dal fatto che i tempi di controllo per i passeggeri ai confini francesi sono aumentati con i varchi biometrici dell’Eurostar dopo la Brexit.

Gli attori dell’industria del viaggio chiedono che l’EES sia senza soluzione di continuità.

L’EES, per ricordare, è un’iniziativa ideata dall’UE nel 2013 per rafforzare i controlli alle frontiere tra i paesi membri utilizzando la tecnologia biometrica. Inizialmente previsto per diventare operativo nel 2022, è stato rimandato per vari motivi.

Si prevede ora che il progetto possa iniziare entro la fine di quest’anno, anche se ci sono ancora titubanze sul fatto che le cose potrebbero finalmente decollare solo dopo le Olimpiadi estive che si terranno a Parigi l’anno prossimo.

Queste disposizioni dell’EES arrivano mentre l’UE è già accusata di violazioni dei diritti dei migranti con l’attuazione delle sue politiche di confine digitali denominate “tecno-confini”.

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