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La rivoluzione elettrica si sgonfia: Porsche e Opel riscoprono l’ibrido

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Sembra ieri quando le case automobilistiche tedesche correvano a dichiarare l’imminente morte del motore a benzina. “Solo auto elettriche entro il 2030!”, “Il futuro è green!”, “La rivoluzione è già qui!”. Eppure, a distanza di pochi anni, il copione è cambiato. Ora i grandi marchi cominciano a frenare, scoprendo che la transizione totale all’elettrico non è né rapida né indolore.

Porsche scopre che le batterie non sono un gioco da ragazzi

L’ultima doccia fredda arriva da Porsche, che ha deciso di rinunciare alla produzione interna di batterie per auto elettriche. La divisione Cellforce, nata per sviluppare accumulatori ad alte prestazioni, abbandona l’idea della produzione e si limiterà alla ricerca. Motivo? “Crescita troppo lenta del mercato” e “condizioni difficili” in mercati cruciali come Stati Uniti e Cina. Tradotto: l’elettrico, per ora, non convince abbastanza clienti.

Una parte dei dipendenti passerà alla divisione batterie di Volkswagen PowerCo, ma Porsche non ha alcuna intenzione di mettere tutti i motori a benzina in soffitta. Anzi: almeno fino al 2030 continueremo a vedere nei listini auto a benzina, ibride ed elettriche. Insomma, il tanto sbandierato “tutto elettrico” rimane un orizzonte lontano.

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Opel cambia rotta: dal 2028 “solo elettriche”? Non più

Non va meglio a Opel, marchio storico oggi sotto il gruppo Stellantis. Nel 2021 l’azienda aveva promesso che entro il 2028 in Europa avrebbe venduto solo auto elettriche. Oggi, quella scadenza è stata silenziosamente accantonata. Il nuovo mantra? Puntare su ibridi ed elettrici, senza più escludere il caro vecchio motore termico.

E non è sola: insieme a Porsche e Opel, anche colossi come Volvo, Mercedes-Benz, Audi e BMW stanno rivedendo i loro piani, rallentando il passo verso l’elettrificazione totale.

Il grande bluff dell’auto solo elettrica?

La verità è che, al netto della propaganda green, l’auto elettrica ha mostrato limiti che i consumatori non possono ignorare: infrastrutture insufficienti, tempi di ricarica ancora lunghi, costi elevati e un mercato che procede a passo lento. Le ibride, tanto bistrattate dai puristi del “100% elettrico”, oggi sembrano invece la scelta più sensata.

Insomma, dopo anni di slogan roboanti, le case tedesche stanno tornando coi piedi per terra. Non sarà forse il trionfo del motore a benzina, ma almeno è la prova che l’auto del futuro, per ora, non potrà fare a meno di un po’ di benzina… e di molto realismo.

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