L’Arizona svela il transistor supersonico: inizia l’era dei petahertz

C’è un nuovo protagonista nella corsa alla potenza di calcolo, e potrebbe cambiare tutto. Un gruppo di scienziati dell’Università dell’Arizona ha sviluppato un transistor capace di funzionare a una velocità fino a mille volte superiore rispetto a quella dei chip attuali. Stiamo parlando di petahertz: un’unità di misura che, fino a ieri, sembrava roba da fantascienza.
Che cos’è un transistor a petahertz?
Per capirci, i processori che usiamo ogni giorno – nei nostri smartphone, nei computer, nei server – funzionano a gigahertz, ovvero miliardi di cicli al secondo. Questo nuovo transistor, invece, lavora a petahertz, cioè mille miliardi di cicli al secondo.
Un salto epocale.
Ma non è solo questione di numeri: è proprio il modo in cui funziona a essere rivoluzionario. Il team dell’Arizona ha usato un materiale speciale, il grafene, e lo ha combinato con uno strato sottile di silicio. Poi, con impulsi laser ultraveloci, ha controllato il movimento degli elettroni all’interno del materiale, generando corrente con una precisione incredibile.
E il bello è che funziona… senza condizioni estreme
Una delle cose più sorprendenti? Questo transistor funziona a temperatura ambiente. Non c’è bisogno di raffreddamento criogenico o ambienti ipercontrollati. Questo dettaglio potrebbe fare la differenza per portare la tecnologia fuori dai laboratori e dentro i dispositivi reali.

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A cosa serve tutta questa velocità?
Le applicazioni sono tantissime, e potrebbero toccare molti settori.
Con chip di questo tipo potremmo avere:
- Intelligenze artificiali ultra-rapide, capaci di prendere decisioni in tempo reale, perfette per la guida autonoma, la sorveglianza, il controllo industriale.
- Tecnologie mediche avanzate, come diagnosi istantanee, analisi molecolari in tempo reale o imaging ultra-dettagliato.
- Sistemi spaziali intelligenti, pronti ad affrontare missioni complesse senza bisogno di comunicare continuamente con la Terra.
In altre parole, è una tecnologia che può accelerare tutto ciò che richiede grandi quantità di dati e potenza di calcolo.
Quando arriverà nei nostri dispositivi?
La buona notizia è che il prototipo è già stato testato in condizioni reali. Il prossimo passo sarà renderlo compatibile con i laser industriali standard, così da permettere alle aziende di iniziare a costruirci intorno.
Secondo Mohammed Hassan, fisico dell’Università dell’Arizona che guida il progetto, i primi dispositivi commerciali potrebbero arrivare entro il prossimo decennio. E se davvero sarà così, potremmo essere davanti a una delle rivoluzioni tecnologiche più importanti del secolo.
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