L’attività fisica aiuta il cervello ad invecchiare più lentamente

Per anni ci hanno detto che l’attività fisica fa bene al cuore, alla linea e alla longevità. Ma ora una nuova ricerca dell’Università del Missouri alza la posta: muoversi regolarmente potrebbe anche salvare il cervello, persino quando il corpo non riesce a generare l’energia di cui ha bisogno per pensare.
Lo studio, guidato dai ricercatori Taylor Kelty e R. Scott Rector, ha scoperto che l’esercizio può prevenire il declino cognitivo anche in assenza dei chetoni, una fonte di energia alternativa essenziale per la salute cerebrale. Un risultato sorprendente, considerando che milioni di persone con problemi epatici non riescono a produrre questi “carburanti di riserva” per il cervello.
Il cervello sotto stress? Il movimento è la chiave
In condizioni di stress metabolico – come il digiuno o l’attività intensa – il fegato produce chetoni per alimentare la mente. Ma chi soffre di patologie come la steatosi epatica o la cirrosi perde questa capacità, aumentando il rischio di demenza. I ricercatori hanno simulato questa situazione, rilevando un prevedibile calo della memoria… ma anche un’inattesa via di salvezza.

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Con l’introduzione di esercizi di resistenza, i soggetti hanno recuperato le performance cognitive, nonostante il deficit energetico. Secondo Kelty, “l’esercizio attiva meccanismi cerebrali alternativi e protettivi, capaci di compensare l’assenza dei chetoni”.
L’attività fisica come arma contro l’Alzheimer
Oltre a fornire energia, l’attività fisica riduce l’infiammazione, migliora la circolazione e stimola proteine riparatrici nel cervello. Per questo, i ricercatori ritengono che possa diventare uno degli strumenti più potenti per rallentare il declino cognitivo, soprattutto in assenza di cure farmacologiche efficaci.
E i numeri parlano chiaro: entro il 2060, i casi di Alzheimer negli Stati Uniti potrebbero raddoppiare, passando da 5,8 a 13,8 milioni. Mentre viviamo più a lungo, vivere meglio dipenderà anche da quanto ci muoviamo.
“Non serve correre una maratona,” conclude Kelty. “Basta camminare, nuotare o andare in bici con regolarità. Il cervello ti ringrazierà.”
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