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L’IA si nutre di musica rubata: lo scandalo dello stream-ripping

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Secondo l’IFPI, l’organizzazione che rappresenta l’industria discografica a livello globale, il fenomeno dello “stream ripping” – ovvero la conversione di contenuti in streaming in file scaricabili – sta alimentando lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa. Questa tecnologia, a sua volta, starebbe generando minacce esistenziali.

L’IFPI sostiene che lo “stream ripping” consente agli utenti di accedere illegalmente a contenuti musicali, privando così l’industria discografica di entrate. Allo stesso tempo, questi file audio ottenuti illegalmente vengono utilizzati per addestrare i modelli di intelligenza artificiale generativa, che possono poi essere impiegati per creare contenuti che violano i diritti d’autore.

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Secondo Frances Moore, CEO dell’IFPI, “il fenomeno dello ‘stream ripping’ alimenta lo sviluppo di tecnologie di intelligenza artificiale generativa che rappresentano una minaccia esistenziale per l’industria musicale e per gli artisti”. Ella afferma che questa situazione mette a rischio la sostenibilità economica del settore e la capacità degli artisti di essere remunerati per il loro lavoro.

L’IFPI chiede pertanto interventi normativi per contrastare lo “stream ripping” e limitare l’utilizzo improprio dei contenuti protetti da diritti d’autore nell’addestramento dei sistemi di intelligenza artificiale generativa.

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