L’intelligenza artificiale sta uccidendo i lavori entry-level: -32% in meno dall’arrivo di ChatGPT

L’effetto ChatGPT è già realtà, e non è positivo per chi cerca il primo impiego. Secondo un’analisi del sito Adzuna, il numero di offerte di lavoro entry-level è crollato del 31,9% da novembre 2022, data in cui OpenAI ha lanciato il suo celebre chatbot. Stagisti, neolaureati e profili junior senza titolo accademico sono i primi a pagare il prezzo dell’ascesa dell’intelligenza artificiale.

Se nel 2022 queste posizioni rappresentavano una fetta significativa del mercato, oggi costituiscono appena un quarto delle offerte totali, con un calo del 4% nella loro quota complessiva. Le aziende stanno rimpiazzando giovani risorse umane con software intelligenti, più rapidi, più economici e – soprattutto – instancabili.

• 85 milioni di persone perderanno il lavoro a causa dell’intelligenza artificiale

Un esempio lampante arriva da BT, colosso britannico delle telecomunicazioni, che ha annunciato il licenziamento di 10.000 dipendenti entro il 2030, sostituiti da soluzioni basate su intelligenza artificiale. I settori più colpiti? Assistenza clienti e diagnostica tecnica, due aree dove l’automazione ha già dimostrato di essere spietata.

La CEO Allison Kirkby ha ammesso che l’avanzamento della tecnologia potrebbe causare ulteriori ondate di licenziamenti, lasciando intendere che questo è solo l’inizio di una trasformazione molto più ampia.

Ancora più inquietante la previsione di Dario Amodei, CEO della startup Anthropic: secondo lui, il 50% dei lavori d’ufficio entry-level potrebbe scomparire entro il 2029, generando una crisi occupazionale su scala globale. Le sue stime parlano di un possibile aumento del 20% della disoccupazione mondiale.

Siamo pronti a un futuro dove l’intelligenza artificiale sostituisce le prime esperienze di lavoro? Per i giovani, trovare un impiego sarà sempre più difficile, e le conseguenze sociali potrebbero essere devastanti.

Fonte

• Quando ChatGPT spegne il cervello: lo studio shock del MIT

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