Meta accusata di pirateria: AI addestrata con porno scaricato illegalmente?

Una nuova causa legale rischia di travolgere Meta in piena tempesta. E stavolta non si tratta di privacy, algoritmi o moderazione dei contenuti. No, questa volta il colosso di Mark Zuckerberg viene accusato apertamente di aver scaricato film per adulti piratati tramite BitTorrent per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
A portare il caso in tribunale sono Strike 3 Holdings e Counterlife Media, due delle principali case di produzione del settore hard, titolari di brand ben noti come Vixen, Tushy, Blacked e Deeper.
Il bersaglio è chiaro: secondo la denuncia presentata in un tribunale federale della California, Meta avrebbe scaricato almeno 2.396 video da fonti pirata, utilizzandoli per addestrare Meta Movie Gen, il modello LLaMA e altre IA proprietarie.
Dall’erotismo ai dataset: il sospetto che scuote l’industria
Secondo gli atti, le opere sarebbero state acquisite attraverso indirizzi IP aziendali di Facebook e IP off-infra — una rete “ombra” già emersa in un’altra causa intentata da diversi autori di libri.
In quel caso, Meta ammetteva di aver prelevato contenuti da fonti non autorizzate, e questa ammissione ha spinto i produttori di contenuti per adulti ad avviare una propria indagine, scoprendo 47 IP presumibilmente collegati direttamente all’infrastruttura Meta, colti in flagrante mentre scaricavano film protetti da copyright.
Ma il punto critico non è solo il download. I legali sostengono che Meta avrebbe deliberatamente continuato a condividere i file piratati per accelerare i tempi di scaricamento, sfruttando l’algoritmo “tit for tat” tipico di BitTorrent.
In pratica, Meta non avrebbe solo violato i diritti d’autore, ma lo avrebbe fatto in modo strategico, per alimentare i propri sistemi di machine learning con materiale sensibile ad alta risoluzione.

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Il cuore dell’accusa è potenzialmente esplosivo. Gli attori legali sostengono che questi video siano stati usati per addestrare un’intelligenza artificiale capace, in futuro, di generare film realistici con stile e qualità simili, ma a costo zero.
Uno scenario che, se confermato, equivarrebbe a un furto su larga scala finalizzato a replicare e sostituire interi studi di produzione, mettendo a rischio la sopravvivenza di un’intera industria.
Come se non bastasse, emerge il coinvolgimento di un dipendente Meta, che avrebbe scaricato contenuti attraverso una rete Comcast, poi condivisi tramite gli IP aziendali di Facebook. L’uso incrociato di indirizzi IP stealth e server terzi suggerisce una strategia pianificata, volta a mascherare l’origine dei download.
Fino a 359 milioni di dollari di danni richiesti
Le cifre in gioco sono vertiginose. Con 2.396 film sotto accusa e una richiesta danni di 150.000 dollari per ogni violazione, la somma totale richiesta potrebbe superare i 359 milioni di dollari.
Strike 3 e Counterlife Media chiedono un processo con giuria, ma non è escluso che si arrivi a una transazione stragiudiziale, come già accaduto in passato.
Meta, al momento, non ha rilasciato alcun commento ufficiale, e tutte le accuse devono ancora essere provate in sede legale. Tuttavia, se le prove raccolte tramite il sistema di tracciamento VXN Scan verranno considerate attendibili, questa causa potrebbe rappresentare un punto di svolta storico nella battaglia per il copyright nell’era dell’intelligenza artificiale.
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