Meta AI: l’assistente “gratuito” che ascolta tutto… per vendertelo meglio

Si presenta come un assistente intelligente, disponibile 24/7, pronto a rispondere con gentilezza alle tue domande più intime. Ma dietro il volto amichevole di Meta AI, il nuovo chatbot targato Facebook, Instagram e WhatsApp, si nasconde qualcosa di ben diverso: una macchina perfetta per raccogliere, profilare e monetizzare ogni tua parola.
Sviluppato sul modello LLaMA 4, Meta AI è molto più di un semplice chatbot: è l’ennesimo tassello del colosso californiano per trasformare la tua vita privata in pubblicità personalizzata. Dimentica i modelli basati sull’abbonamento come ChatGPT o Claude: qui l’accesso è gratuito, sì… ma il prezzo lo paghi in dati.
La nuova frontiera della pubblicità: leggerti dentro
Ogni confidenza fatta a Meta AI – che sia legata all’ansia, al lavoro o alla salute – non rimane tra voi due. Queste informazioni vengono registrate, analizzate e usate per costruire un profilo psicologico dettagliatissimo. Ti lamenti della stanchezza? Preparati a un’ondata di annunci di vitamine e bevande energetiche. Confessi di essere in crisi sul lavoro? Ecco spuntare offerte di corsi motivazionali, integratori per la memoria o farmaci antistress.
E tutto questo senza che tu te ne accorga: i suggerimenti pubblicitari sono incastonati direttamente nelle risposte dell’IA, sotto forma di consigli “amichevoli”, che sembrano neutrali… ma non lo sono. Meta non ti vende un assistente, ti vende all’assistente.

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Privacy? Solo sulla carta. E anche lì traballa.
Secondo Geoffrey A. Fowler del Washington Post, Meta AI conserva ogni conversazione per impostazione predefinita. Certo, puoi eliminarla… ma solo manualmente, una a una. E anche così, i dati potrebbero comunque restare nel sistema di addestramento. A differenza di altri servizi, non esiste alcuna opzione per impedire all’IA di “imparare” da te.
Le rassicurazioni di Meta sulla “trasparenza e controllo” suonano vuote, soprattutto dopo che i suoi stessi dipendenti hanno segnalato violazioni etiche nel lancio del chatbot. Alcuni report parlano addirittura di scenari in cui l’IA ha intrattenuto giochi di ruolo romantici con utenti minorenni. Il tutto in nome della rapidità sul mercato.
Il vero costo dell’intelligenza artificiale gratuita
Meta AI è integrato in Facebook, Instagram e WhatsApp. Questo significa che ha già accesso a anni di dati, like, messaggi, foto e interazioni. Il chatbot non parte da zero: ti conosce già. E con ogni nuova conversazione, raffina la sua comprensione di te per indirizzarti con ancora più precisione verso i contenuti (e gli annunci) più redditizi.
E se pensi che eliminare una conversazione basti a “cancellarti”, sappi che lo stesso contratto d’uso di Meta avverte: “Non condividere nulla che non vuoi che l’IA conservi o utilizzi.” Chiaro, no?
Gratis… ma a che prezzo?
Mentre le IA entrano sempre più nelle nostre vite, Meta sta costruendo un ecosistema dove ogni parola diventa merce, ogni emozione un target pubblicitario, ogni dubbio una nuova opportunità di vendita. Questo non è solo un problema di privacy, ma di etica e fiducia.
Meta AI non è il tuo amico. È il venditore silenzioso che trasforma le tue paure, fragilità e speranze in profitto.
Vale davvero la pena scambiare una risposta “gratis” con una parte della tua vita privata?
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