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Microsoft minaccia di chiudere Teams per chi si oppone all’aggiornamento

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Non tutti gli utenti apprezzano il ritmo incessante degli aggiornamenti di sistema operativo e applicazioni, ma per Microsoft sono una priorità irrinunciabile. L’azienda non si limita a proclami: ha recentemente dichiarato che disattiverà il dialer proprietario di Teams per chi non installa l’ultima versione del software, introducendo una politica rigida che lascia poco spazio alle preferenze personali.

Il meccanismo è semplice ma inflessibile. Se un utente sceglie di non aggiornare Microsoft Teams su uno qualsiasi dei sistemi operativi supportati, dopo 30 giorni comparirà un promemoria nell’interfaccia dell’app. Se l’inerzia persiste, dopo 90 giorni l’accesso al servizio verrà bloccato da uno “stub” – una schermata che rende l’applicazione inutilizzabile. Le uniche vie d’uscita? Installare l’aggiornamento richiesto o ripiegare sulla versione web di Teams. Nessuna eccezione.

Il cambiamento sarà graduale: entrerà in vigore l’11 aprile 2025 per gli utenti Windows e il 15 maggio 2025 per chi usa macOS. Secondo Microsoft, questa mossa è indispensabile per garantire la sicurezza degli utenti e la stabilità della piattaforma, proteggendo sia il lavoro individuale sia la collaborazione con gli altri.

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La decisione si inserisce in una strategia più ampia. Dopo l’annuncio della chiusura definitiva di Skype, prevista per maggio 2025, Teams diventerà l’unico servizio di comunicazione a distanza offerto da Microsoft. Un passaggio che consolida la piattaforma come fulcro per riunioni virtuali, chat e collaborazione aziendale, ma che richiede agli utenti di adattarsi a un ecosistema in continua evoluzione.

I rappresentanti dell’azienda sottolineano che utilizzare la versione più recente di Teams non è una scelta, ma una necessità. Gli aggiornamenti non servono solo a introdurre nuove funzionalità: correggono vulnerabilità, migliorano la protezione dei dati e mantengono la compatibilità con un panorama digitale in rapido cambiamento. Ignorarli, secondo Microsoft, significa mettere a rischio non solo se stessi, ma anche i colleghi e i team che dipendono dalla piattaforma.

Per molti, questa politica potrebbe risultare un’imposizione eccessiva. Gli aggiornamenti frequenti spesso interrompono flussi di lavoro consolidati o richiedono risorse che non tutti sono disposti a investire. Tuttavia, Microsoft non sembra intenzionata a fare marcia indietro. Chi non vuole piegarsi agli update obbligatori può optare per la versione web, che offre un’esperienza simile senza la necessità di installazioni locali – anche se con alcune limitazioni rispetto all’app desktop.

Con questa mossa, Microsoft manda un messaggio chiaro: la sicurezza e l’uniformità del servizio prevalgono sulle preferenze individuali. Mentre Teams si prepara a sostituire Skype come unica opzione per la comunicazione a distanza, gli utenti dovranno decidere se accettare il ritmo imposto dall’azienda o cercare alternative al di fuori dell’ecosistema Microsoft. Una cosa è certa: restare fermi non è più un’opzione.

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