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Musk lancia l’allarme: “Dopo Durov, tocca a me?”

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L’arresto di Pavel Durov, fondatore e CEO di Telegram, ha scatenato un acceso dibattito sulla libertà di espressione online, con Elon Musk che si è espresso con forza in difesa di Durov e del suo social network X.

Musk: “In Europa pena di morte per un meme”

In una serie di post sul suo social network, Musk ha criticato l’arresto di Durov, definendolo “pericoloso” e paragonandolo a una “pena di morte per un meme”. Ha inoltre sottolineato come X sia sotto i riflettori dell’Unione Europea per le sue politiche di contrasto all’odio online e alla disinformazione, e come la vicenda Durov accenda ulteriormente il dibattito sulla libertà di espressione.

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Musk ha poi espresso la sua preoccupazione per il futuro di X, affermando che “se oggi tocca a Telegram, domani tocca a X”. Ha inoltre fatto riferimento al secondo emendamento della Costituzione americana, che garantisce il diritto di possedere e portare armi, come l’unico motivo per cui il primo emendamento, che tutela la libertà di parola, sarà rispettato.

Musk ha poi attaccato Mark Zuckerberg, CEO di Meta, accusandolo di aver ceduto alle pressioni della censura per evitare problemi. Ha invece difeso la libertà di espressione, affermando che “moderazione è la parola che la propaganda usa per definire la censura”.

L’arresto di Pavel Durov ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione online, con Elon Musk che si è schierato in difesa di Durov e del suo social network X. La preoccupazione di Musk per il futuro di X e la sua difesa della libertà di espressione dimostrano l’importanza di questo tema nel panorama digitale attuale.

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