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Negli USA arriva l’IA che “legge nella mente” dei giudici

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Negli Stati Uniti la giustizia rischia di entrare in una nuova era: una startup americana, Bench IQ, ha sviluppato un’intelligenza artificiale in grado di prevedere come i giudici pensano e decidono le cause. Una tecnologia che, secondo molti, potrebbe rivoluzionare i tribunali — ma anche sollevare inquietanti interrogativi etici.

Secondo Business Insider, Bench IQ ha appena raccolto 5,3 milioni di dollari in un round di finanziamento guidato da Battery Ventures e dal fondo canadese Inovia. Tra i sostenitori ci sono giganti del diritto e della tecnologia come Cooley, Fenwick & West e Wilson Sonsini.

Dietro al progetto ci sono Jimo Ovbiagele, Jeffrey Gettleman e Maxim Isakov. Gettleman, in particolare, porta con sé 17 anni di esperienza come avvocato presso Kirkland & Ellis, uno dei più potenti studi legali degli Stati Uniti.

Come funziona Bench IQ

Il sistema si basa su un set di dati proprietario e modelli linguistici avanzati, analizzando trascrizioni e documenti provenienti dai tribunali federali.

Un avvocato può chiedere: “Come ha gestito questo giudice le istanze d’urgenza in passato?” e ottenere in pochi minuti un report dettagliato con tendenze, logiche decisionali e persino interpretazioni delle motivazioni dietro le sentenze.

L’obiettivo, spiegano i fondatori, non è solo fornire numeri, ma svelare i pattern cognitivi dei giudici, qualcosa che strumenti concorrenti come LexisNexis e Thomson Reuters non offrono pienamente.

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Secondo l’Am Law 200, quattro dei cinque più grandi studi legali americani hanno già adottato Bench IQ. E non è che l’inizio. Con i nuovi finanziamenti, la startup intende espandersi ai tribunali statali e assumere nuovi ingegneri per perfezionare la piattaforma.

Opportunità o minaccia?

La promessa di Bench IQ è enorme: processi più rapidi, avvocati meglio preparati e maggiore prevedibilità delle decisioni giudiziarie. Ma i rischi non mancano.

Un’intelligenza artificiale che analizza il modo di pensare dei giudici solleva domande etiche cruciali: fino a che punto la giustizia può restare imparziale se la logica decisionale dei magistrati diventa un “dato” da sfruttare?

E ancora: questa tecnologia sarà un alleato per la trasparenza o uno strumento nelle mani dei grandi studi legali per consolidare il loro potere?

La giustizia del futuro

Con Bench IQ, la giustizia americana sembra avvicinarsi a un futuro in cui algoritmi e modelli predittivi potrebbero contare tanto quanto le arringhe in tribunale.

Che sia progresso o pericolo, una cosa è certa: l’era dell’IA nei tribunali è appena iniziata.

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