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Paradromics impianta un’interfaccia neurale nell’uomo: parte la sfida a Neuralink

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La mente umana si avvicina sempre di più alla macchina, e stavolta non è fantascienza. Il 14 maggio, la startup americana Paradromics ha impiantato per la prima volta il suo dispositivo neurale “Connexus BCI” in un essere umano. L’intervento è durato appena 20 minuti, ma è bastato per registrare segnali dai singoli neuroni e segnare una pietra miliare nella neurotecnologia.

L’operazione si è svolta presso l’Università del Michigan, durante un intervento chirurgico di routine per l’epilessia. Dopo l’impianto, il dispositivo è stato rimosso, ma non prima di aver raccolto dati neurali cruciali, aprendo la strada a una nuova era per persone affette da paralisi e gravi disabilità motorie.

Connexus BCI (Brain-Computer Interface) è progettato per leggere segnali neuronali con estrema precisione, traducendoli in comandi digitali. Potenzialmente, sarà possibile controllare dispositivi esterni con il pensiero.

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Paradromics non è sola. In questa corsa verso l’integrazione uomo-macchina, deve vedersela con Neuralink di Elon Musk, già attiva sul fronte del recupero vocale e del controllo digitale, ma anche con aziende fortissime come Synchron (supportata da Jeff Bezos e Bill Gates) e Precision Neuroscience.

Per distinguersi, Paradromics punta su un dispositivo più aperto, scalabile e pronto per applicazioni cliniche. Ha già ottenuto 100 milioni di dollari in finanziamenti, e stretto una partnership con NEOM, il futuristico progetto saudita. Una mossa che segnala ambizioni globali e visionarie.

Il test è solo l’inizio. Paradromics prevede una serie di nuovi impianti nei prossimi mesi, con l’obiettivo di avviare sperimentazioni cliniche su larga scala già entro la fine del 2025, in attesa del via libera delle autorità regolatorie.

Se i risultati continueranno su questa strada, il Connexus BCI potrebbe diventare uno strumento rivoluzionario per restituire autonomia, voce e movimento a chi li ha persi.

La sfida è lanciata: l’uomo e la macchina stanno per connettersi davvero. E il futuro, ora, passa dal cervello.

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