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Pavel Durov: l’FBI voleva una backdoor su Telegram per spiare gli utenti

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In una recente intervista con Tucker Carlson, il fondatore di Telegram Pavel Durov ha rivelato che il governo degli Stati Uniti ha fatto pressioni sugli sviluppatori della popolare app di messaggistica affinché includessero una “backdoor” che avrebbe permesso loro di spiare gli utenti. Questa rivelazione fa luce sui continui sforzi dell’FBI per monitorare e controllare la comunicazione online, sollevando preoccupazioni sulla privacy e sulla libertà di parola.

Durov, un imprenditore di origine russa, ha spiegato che la sua esperienza con l’FBI negli Stati Uniti è stata una delle ragioni per cui ha deciso di non stabilire la sede centrale di Telegram a San Francisco. Ha raccontato di casi in cui agenti dell’FBI si sono avvicinati a lui e ai suoi dipendenti, cercando di convincerli a integrare “backdoor” nel codice dell’app. Queste backdoor avrebbero essenzialmente concesso all’FBI l’accesso ai messaggi privati e ai dati degli utenti.

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Le preoccupazioni di Durov sulla sorveglianza governativa non sono infondate. L’FBI ha una storia di utilizzo di vari metodi per monitorare l’attività online, tra cui la richiesta di accesso ai dati degli utenti da parte delle aziende tecnologiche e l’impiego di sofisticati strumenti di sorveglianza. Questo solleva serie domande su quanto il governo sia disposto ad arrivare per spiare i suoi cittadini.

Durov ha anche espresso preoccupazioni sull’influenza dei giganti tecnologici come Google e Apple sulla libertà di parola. Ha sostenuto che queste aziende hanno il potere di censurare i contenuti e controllare ciò a cui gli utenti possono accedere sulle loro piattaforme. Questo evidenzia il crescente potere di Big Tech e la potenziale minaccia che rappresenta per la libertà di espressione.

Le rivelazioni del fondatore di Telegram sottolineano l’importanza di proteggere la privacy e la libertà di parola nell’era digitale. Mentre i governi e le aziende tecnologiche continuano a esercitare un maggiore controllo sulla comunicazione online, è fondamentale rimanere vigili e difendere il nostro diritto alla privacy e alla comunicazione senza censura.

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