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Perché Xiaomi ha bloccato i suoi smartphone in alcuni paesi?

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Indagare sul mercato grigio per rispettare più da vicino le sanzioni internazionali in vigore nei confronti di alcuni paesi. Questo è il duplice obiettivo di Xiaomi, che ha confermato di aver bloccato temporaneamente i propri smartphone in diverse regioni, tra cui Iran, Cuba, Siria e Corea del Nord.

Gli smartphone Xiaomi sono stati bloccati in alcuni mercati dove il brand non è presente. Questo è ciò che abbiamo appreso questo fine settimana dal media cinese Global Times, che riporta che Xiaomi ha bloccato i suoi smartphone in paesi e regioni come Iran, Cuba, Siria, Crimea, Sudan o persino la Corea del Nord

Tanti territori presi di mira in varia misura da sanzioni internazionali, in cui Xiaomi non ha una presenza ufficiale e che tuttavia approfittano del mercato grigio per mettere le mani sui dispositivi venduti, in altri paesi, dal produttore cinese. .

Come promemoria, nella sua politica, Xiaomi non consente ai propri clienti di esportare prodotti in questi paesi e regioni, ma questo divieto non ha impedito l’organizzazione del traffico. È per combattere l’acquisto di telefoni in una regione e il loro utilizzo finale in un’altra che Xiaomi ha deciso di reprimere.

 
Pressione americana su Xiaomi?

L’azienda spiega che questa misura di blocco è stata applicata per proteggere la sicurezza dei dati dei suoi utenti, ma anche i diritti del consumatore. Alcuni osservatori lo vedono tuttavia come un segno della pressione americana sul marchio per costringerlo ad agire contro il traffico dei suoi prodotti verso paesi soggetti a sanzioni internazionali.

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Il brand parla da parte sua di un bloccotemporaneo dei cellulari interessati, tempo di un’indagine, e spiega addirittura che questo blocco è ormai terminato. L’indagine ha ottenuto risultati significativi e i dispositivi interessati possono essere sbloccati ora, ha promesso in particolare un portavoce di Xiaomi citato dal Global Times.

Come promemoria, gli Stati Uniti stanno tenendo d’occhio i marchi tecnologici cinesi e i legami commerciali a volte oscuri che potrebbero avere con i paesi sanzionati. L’anno scorso, Reuters ha pubblicato un’indagine al riguardo secondo cui Huawei ha aggirato l’embargo statunitense imposto all’Iran attraverso Skycom Tech, entità che Huawei inizialmente aveva presentato come partner, ma che di fatto è interamente sussidiaria gestita dal gruppo.

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