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Piracy Shield: i numeri parlano chiaro, lo streaming illegale diminuisce

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Il sistema di blocco Piracy Shield, lanciato all’inizio del 2024 in Italia, si propone di combattere la proliferazione dei provider IPTV pirata che affollano il mercato locale. Sebbene i sostenitori del sistema abbiano dichiarato di aver ottenuto risultati significativi, le segnalazioni di insuccessi sono altrettanto diffuse. In assenza di dati concreti forniti dagli sviluppatori di Piracy Shield, i ricercatori italiani si interrogano: quanto è efficace realmente nel ridurre l’accesso a flussi sportivi piratati?

Un’analisi inaspettata

Sebbene manchino ancora diversi mesi al primo anniversario di Piracy Shield, la comparsa di uno studio sulla sua efficacia è stata sorprendente, ma anche benvenuta. Le istituzioni coinvolte, come l’AGCOM e i servizi di streaming come DAZN, non hanno fornito chiarimenti utili riguardo a due domande fondamentali:

  1. Qual è l’efficacia di Piracy Shield nel negare l’accesso ai flussi sportivi pirati?
  2. Qual è l’impatto su nuovi abbonamenti e sull’abbandono dei clienti?

Fino ad oggi, il successo del sistema è stato misurato attraverso il numero di domini e indirizzi IP bloccati, che ammontano a circa 25.000. Tuttavia, la continua necessità di ampliare questo elenco solleva interrogativi sulla reale efficacia del sistema.

Studio sull’efficacia di Piracy Shield

Un’analisi condotta presso l’Università di Padova ha cercato di valutare l’efficacia di Piracy Shield. Lo studente laureato Davide Maffei, insieme al Prof. Alessandro Galeazzi e al team di sicurezza SPRITZ, ha analizzato il traffico di rete tramite il nodo VSIX[g] dell’università.

“Il progetto nasce dall’esigenza di raccogliere informazioni sul funzionamento di Piracy Shield e sulla sua efficacia. Vogliamo distinguere i flussi video legali da quelli piratati,” afferma Maffei.

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Metodologia di analisi

I ricercatori hanno esaminato vari aspetti del traffico di rete, tra cui protocolli di comunicazione e porte di rete associate ai servizi di streaming. Hanno cercato di isolare il traffico di streaming legale, identificando i titolari dei diritti, come Sky e DAZN, e i loro partner di Content Delivery Network (CDN), principalmente Akamai.

Attraverso l’analisi dei dati, hanno stabilito una base di riferimento per il traffico legale, utile per confrontarlo con quello presumibilmente illegale.

Identificazione del Traffico Illegale

Per identificare il traffico di streaming illegale, i ricercatori hanno analizzato le porte di rete più utilizzate, come 443 (HTTPS) e 80 (HTTP). Hanno osservato flussi di rete con caratteristiche simili a quelle dello streaming video legale. I dati raccolti hanno evidenziato picchi di traffico significativi durante le partite di calcio, suggerendo una correlazione tra il traffico sospetto e la trasmissione non autorizzata di contenuti sportivi.

Conclusioni sull’Efficacia di Piracy Shield

L’analisi ha suggerito che Piracy Shield ha dimostrato “una certa efficacia” nel ridurre il traffico illegale, ma l’impatto complessivo sull’abbonamento ai servizi legali rimane incerto. Le preoccupazioni riguardano anche la disponibilità continua di siti pirata e la facilità con cui gli utenti possono aggirare i blocchi.

Inoltre, la mancanza di trasparenza nel sistema e la possibilità per i titolari dei diritti di implementare blocchi senza supervisione sollevano interrogativi sulla responsabilità e sulle implicazioni per la neutralità della rete.

La questione se “una certa efficacia” giustifichi le misure adottate rimane oggetto di acceso dibattito. Sarà interessante osservare i risultati di ulteriori ricerche complete per valutare l’effettiva efficacia di Piracy Shield nel lungo termine.

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