Pirateria IPTV: giudice risparmia il carcere, ma Sky presenta il conto da 500.000 €

Un verdetto che farà discutere quello dell’Alta Corte irlandese: David Dunbar, pirata IPTV della contea di Wexford, è stato dichiarato colpevole di oltraggio alla corte per aver distrutto prove e nascosto beni, ma se l’è cavata con una multa da 30.000 euro. Il motivo? Per i giudici, il debito di oltre mezzo milione di euro dovuto a Sky rappresenta già una condanna sufficiente.
L’indagine di Sky e l’azienda “IPTV is Easy”
Secondo i documenti processuali, Dunbar gestiva il servizio “IPTV is Easy”, rivendendo abbonamenti illegali e sub-licenze a intermediari. Un business che, a detta dello stesso imputato, avrebbe fruttato quasi 500.000 euro di profitti.
Sky è riuscita a collegare i puntini dopo una segnalazione anonima della Federation Against Copyright Theft e, grazie a un account social usato per vendere le famigerate “scatole sospette”, ha fatto partire l’indagine.
Gli ordini ignorati e le prove distrutte
Il 16 maggio 2025, la Corte aveva autorizzato Sky a perquisire la casa di Dunbar e mettere in sicurezza documenti e dispositivi. Ma quando i legali si sono presentati, Dunbar si è rifiutato di farli entrare senza polizia al seguito.
Risultato? Nessuna prova messa in sicurezza, email inaccessibili e canali Telegram spariti. Nel pomeriggio del 21 maggio, l’app “IPTV is Easy” era già offline e il canale di supporto con oltre 500 iscritti era svanito nel nulla.
Per il giudice, tutto lasciava pensare che Dunbar avesse eliminato tracce compromettenti, aggravando la sua posizione.

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Una condanna pesante, ma senza prigione
In aula, Dunbar ha ammesso di aver disobbedito agli ordini, dichiarandosi “ansioso di rimediare”. Ma le prove hanno raccontato un’altra storia.
Il giudice Mark Sanfey ha riconosciuto la gravità dei fatti, sottolineando che l’imputato era stato a un passo dal carcere. Tuttavia, ha scelto di non incarcerarlo:
- mandarlo in prigione non avrebbe portato “alcun beneficio tangibile allo Stato”;
- il debito di almeno 500.000 euro verso Sky era già un castigo enorme;
- la vicenda ha causato “turbamento e stress” non solo a Dunbar, ma anche alla sua famiglia.
Alla fine, la pena si è tradotta in una multa di 30.000 euro, da saldare entro il 31 ottobre 2025.
Un avvertimento per i futuri pirati
Il giudice ha però lanciato un monito: chi verrà condannato in futuro per reati simili non deve aspettarsi la stessa clemenza. Ogni caso sarà valutato singolarmente, ma la prigione resta un’opzione concreta.
Per Dunbar, il messaggio è chiaro: la sua attività illegale lo ha lasciato senza business, senza credibilità e con un conto salatissimo da pagare.
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