Portogallo, il blocco dei siti non basta: ora multe contro chi guarda contenuti pirata

Nel 2015 il Portogallo sembrava un modello da seguire nella lotta alla pirateria digitale. Con l’introduzione di un accordo volontario tra provider, titolari dei diritti e autorità, il Paese aveva avviato un regime rapido di blocco dei siti illegali, riducendo in pochi mesi del 60% le visite a piattaforme pirata. Ma dieci anni dopo, l’Associazione degli operatori di comunicazioni elettroniche (Apritel) lancia un allarme: la pirateria non solo non è scomparsa, ma sta crescendo. E chiede ora sanzioni rapide e concrete contro i consumatori recidivi.
Il “modello Portogallo” che incantò Hollywood
Il memorandum d’intesa firmato nel 2015 tra l’Ispettorato generale delle attività culturali (IGAC), il gruppo antipirateria MAPINET, DNS.pt, operatori e inserzionisti, permetteva il blocco dei siti segnalati senza dover passare da un tribunale. In breve tempo, portali come The Pirate Bay, KickassTorrents e Watchseries vennero oscurati. Il sistema, definito efficiente ed economico, venne promosso anche in Spagna e Francia.
Nel 2019, l’accordo si è ampliato per includere il blocco dinamico degli streaming sportivi in diretta, e nel 2022 una legge ha confermato il ruolo dell’IGAC, formalizzando gli obblighi per tutti gli intermediari.
Nonostante i blocchi, la pirateria dilaga
Secondo Apritel, oggi circa 288.000 famiglie portoghesi accedono mensilmente a servizi pirata, IPTV in testa. Oltre un milione di cittadini ha fruito almeno una volta di contenuti illeciti. Lo sport resta il contenuto più “piratato”: il 54% della popolazione ha guardato almeno un evento sportivo illegalmente, rispetto al 48% della media UE.
A colpire, però, è ciò che manca nella denuncia di Apritel: nessun accenno al sistema di blocchi, nonostante siano stati oscurati circa 3.000 domini. Come se, dopo anni di sforzi, anche i promotori di quella strategia ne riconoscessero i limiti.

Leggi anche:
I blocchi non bastano: servono multe e avvisi
Ora Apritel spinge per una nuova strategia basata su quattro pilastri:
- Sensibilizzazione del pubblico sui rischi e l’illegalità della pirateria;
- Identificazione e penalizzazione degli operatori illeciti;
- Avvisi preventivi agli utenti;
- Applicazione rapida di sanzioni economiche ai recidivi.
Il modello ricalca sistemi già attivi in paesi come Francia, Grecia e Italia. Proprio l’Italia, nel 2023, ha approvato una legge che prevede multe da 70 euro fino a 5.000 euro per chi usa IPTV pirata. In Grecia sono già in corso i primi procedimenti. In Germania, invece, i detentori dei diritti agiscono direttamente, chiedendo risarcimenti ai consumatori.
Streaming legale in crescita, ma non basta
Dal 2015 l’offerta legale si è ampliata: Netflix, arrivato in Portogallo lo stesso anno del memorandum antipirateria, conta oggi milioni di utenti. Il 52% dei portoghesi usa servizi di streaming legittimi, secondo i dati del 2025.
Tuttavia, la crescita del settore sta rallentando e l’aumento dei prezzi non aiuta. Oggi, un piano premium di Netflix costa 17,99 euro, più 4,99 euro per ogni spettatore fuori dal nucleo familiare. Non stupisce che molti tornino a cercare alternative gratuite, anche se illegali.
Un cambio di passo necessario
Dopo anni di blocchi DNS, l’efficacia della strategia appare esaurita. Apritel lo ammette indirettamente chiedendo un cambio legislativo e sanzioni rapide contro chi continua a piratare contenuti.
Il vero banco di prova sarà la capacità del Portogallo di applicare questo nuovo approccio senza scivolare in un regime repressivo, ma riuscendo a educare e responsabilizzare i consumatori.
La guerra alla pirateria continua. Ma, come dimostrano i dati, senza misure mirate e un’offerta legale accessibile, sarà difficile vincerla davvero.
Ti potrebbe interessare:
Segui guruhitech su:
- Google News: bit.ly/gurugooglenews
- Telegram: t.me/guruhitech
- X (Twitter): x.com/guruhitech1
- Bluesky: bsky.app/profile/guruhitech.bsky.social
- GETTR: gettr.com/user/guruhitech
- Rumble: rumble.com/user/guruhitech
- VKontakte: vk.com/guruhitech
- MeWe: mewe.com/i/guruhitech
- Skype: live:.cid.d4cf3836b772da8a
- WhatsApp: bit.ly/whatsappguruhitech
Esprimi il tuo parere!
Che ne pensi di questa notizia? Lascia un commento nell’apposita sezione che trovi più in basso e se ti va, iscriviti alla newsletter.
Per qualsiasi domanda, informazione o assistenza nel mondo della tecnologia, puoi inviare una email all’indirizzo guruhitech@yahoo.com.
Scopri di più da GuruHiTech
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.